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Capire l’America Latina. La guida dell’ambasciatore Malfatti (VIDEO)

Alla Camera la conferenza stampa di lancio del volume di Giorgio Malfatti di Monte Tretto, con Mollicone, Tremonti, Carpini, Scotti

Capire l’America Latina. La guida dell’ambasciatore Malfatti (VIDEO)
24 luglio 2024 | 18.20
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Alla Camera dei Deputati si è tenuta la conferenza stampa di lancio dell’ultimo libro di Giorgio Malfatti di Monte Tretto, già ambasciatore e oggi docente dell’Università Link Campus: “America Latina: democrazia, populismo e criminalità” (Eurilink University Press), un manuale per orientarsi nel complesso mondo che va dal Messico a Capo Horn. Sono intervenuti, insieme all’autore, due deputati: Federico Mollicone, presidente della Commissione VII Cultura, Scienza e Istruzione, e Giulio Tremonti, presidente Commissione III Affari esteri e comunitari; Laura Carpini, ministro plenipotenziario, vicedirettrice generale e direttrice per i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi DGMO; Vincenzo Scotti, già ministro e fondatore dell’Università Link. L’incontro è stato moderato da Giorgio Rutelli, vicedirettore dell’Adnkronos.

Mollicone ha introdotto il libro, una miniera di dati e informazioni fondamentali per capire il mondo latinoamericano, che riceve ogni anno circa 30 miliardi di investimenti italiani, mentre l’interscambio tra il nostro Paese e la regione vale 33 miliardi. Grande rilievo è dato all’altra area di specializzazione dell’ambasciatore Malfatti, ovvero il mondo del narcotraffico e della criminalità organizzata, che in alcuni Stati ha conquistato un potere in grado di condizionare la politica e l’economia.

Per Tremonti, l’opera ricorda Alexis de Toqueville e il suo “La democrazia in America”. Diviso in due parti, una tematica, che abbraccia tutto il continente, l’altra dedicata ai singoli paesi, spiega con chiarezza la tripartizione dei poteri dominanti: le classi affluenti, la Chiesa e i militari. Da esperto di consessi internazionali, l’ex ministro dell’Economia si è soffermato sulla collocazione geopolitica del blocco latinoamericano, che “è nell’Occidente e spero ci rimanga” nonostante i tentativi di Brics e di alcuni membri del G20 di costruire un assetto alternativo. Il suo intervento si chiude con una “difesa” del populismo alla sudamericana, termine usato in modo dispregiativo, ma che in realtà raggruppa “le ragioni dei popoli contro la stupidità delle politiche occidentali degli ultimi anni”.

Nel suo intervento, Laura Carpini ha messo l’accento sulla necessità di prestare più attenzione all’America Latina, e alla sua realtà caleidoscopica che il libro di Malfatti riesce a catturare. È un’area che ha tanti punti in comune con l’Europa, non solo storici e legati al colonialismo, oltre ovviamente alla grande comunità italiana che vi abita. Tra gli elementi positivi si segnala l’affermazione ormai definitiva dei sistemi democratici, con l’eccezione di Cuba (che è eccezione in tutto) e la situazione complicata del Venezuela. C’è una forte cooperazione in campo giudiziario, e l’expertise italiana in questo campo è molto apprezzata in tutto il continente.

Secondo Scotti, l’Italia deve definire in modo più rigoroso il suo posizionamento internazionale, ed è nostro interesse e nostra responsabilità aumentare l’apertura verso la regione latinoamericana, in particolare ora che gli Stati Uniti hanno allentato la loro influenza. E bisogna continuare a seguire la lezione di Giovanni Falcone, che oltre 30 anni fa aveva capito che la criminalità organizzata avrebbe cambiato profondamente pezzi della società e dell’economia della regione, importando tecniche e reti dall’Italia.

Malfatti ha concluso parlando di alcuni elementi peculiari dell’America Latina, come la ricchezza di materie prime: si pensa che sia l’Africa il fulcro della ricerca, degli investimenti e dell’estrazione di terre rare, minerali e idrocarburi, in realtà è oltreoceano che si concentra ancora oggi gran parte di questo settore. La Guyana ex britannica, da essere uno dei Paesi più poveri della regione, quest’anno dovrebbe crescere del 25,4% grazie agli immensi giacimenti di petrolio offshore scoperti negli ultimi anni. Mentre la Guyana Francese, pur essendo territorio dell’Unione Europea in quanto territorio d’oltremare, è “un Paese così difficile da essere considerato non affidabile neanche dai narcos”.

C’è poi la competizione globale per l’influenza nella regione: mentre l’Europa blocca i negoziati per l’accordo con il Mercosur (su ordine della Francia, i cui agricoltori e allevatori temono la concorrenza sudamericana), Russia e Cina provano a conquistare peso politico e alleanze, con alterne fortune. Dal dibattito, che in autunno sarà arricchito da una presentazione, emerge il disegno di un’area che sconta ancora la fase coloniale e in particolare una divisione geografica slegata da criteri storici ed etnico-culturali, che resta divisa al suo interno (il sogno bolivariano unitario è naufragato) e in cui l’Italia può giocare una partita da protagonista su molti fronti. Prima però bisogna conoscerla, e il libro di Malfatti è un ottimo punto di partenza.

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