Latina, 09/11/2023 - Il tema della vendita del CBD e dei suoi derivati è sempre caldo e il Governo lo riporta spesso all’ordine del giorno. L’ultimo aggiornamento risale a questa estate, quando il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il 21 agosto scorso, ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale un decreto che inserisce il cannabidiolo ad uso orale nella tabella delle sostanze stupefacenti.
Si tratta di un decreto che revoca la sospensione di un precedente decreto emanato nel 2020 dall’allora ministro Roberto Speranza, che era rimasto in vigore per soltanto quattro settimane, per via delle tantissime proteste in merito. In primis, a non essere d’accordo con l’inserimento delle “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo” tra i medicinali stupefacenti era stata l’OMS, seguita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che aveva confermato il CBD privo di effetti stupefacenti.
Il CBD che viene estratto dalla cannabis light, infatti, è conosciuto proprio per l’assenza di proprietà psicotrope. Piuttosto, è ricco di molte proprietà benefiche per la salute. Il CBD è in grado di ridurre il dolore cronico influenzando l’attività dei recettori endocannabinoidi, diminuendo l’infiammazione e interagendo con i neurotrasmettitori.
Inoltre, questo cannabidiolo si è rivelato efficace nel trattamento di alcuni tipi di dolore, come i dolori nervosi e il mal di schiena, per via delle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Se ciò non fosse già sufficiente, si aggiungono gli effetti di regolazione dell’umore, alleviando stati di ansia, stress, psicosi non gravi e disturbi del sonno.
Il decreto Schillaci vietava la vendita nei negozi (canapa shop fisici e online, erboristerie, farmacie e tabaccai) solo degli oli in gocce a base di CBD, che potevano essere acquistati solo dietro prescrizione medica. Mentre tutti gli altri prodotti derivati dal CBD possono essere venduti dai produttori legali e autorizzati di cannabis light, come https://www.cbdmania.it/.
Infatti, non vi è un limite di quantità di CBD legale nei prodotti, poiché si tratta, appunto, di una sostanza legale. C’è un limite di legge, però, nella percentuale di THC, che deve rientrare nello 0,2% (con un margine di tolleranza fino allo 0,6%), poiché entro questa soglia la cannabis non ha effetti psicotropi.
Inoltre, l’olio di CBD possiede delle caratteristiche che lo fanno preferire rispetto a molti altri prodotti. È una sostanza ricca di aminoacidi, acidi grassi e antiossidanti che agiscono sulla regolazione del sebo, consentendo di mantenere sani i capelli, il cuoio capelluto, le unghie e la pelle.
Alla luce di tutto questo, il Tar del Lazio ha sospeso il decreto Schillaci, dopo un ricorso depositato dall’Associazione Ici-Imprenditori Canapa Italia, e dopo averne riconosciuto l’illegittimità.
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