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Comunicato stampa

Cento Teatri in Cinque Continenti: Fabio Omodei a capo di uno dei più grandi progetti di teatro internazionale

Omodei
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26 luglio 2024 | 16.34
LETTURA: 5 minuti

Roma, 26 luglio 2024 - E’ italiano l’artista che guiderà il progetto “100 Teatri in Cinque Continenti”, uno dei più grandi progetti internazionali di teatro.

Lui è Fabio Omodei, che dopo aver rappresentato il teatro italiano in tutto il mondo e dopo aver ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, ora ha fatto prevalere la sua grande esperienza internazionale come regista e come Maestro di Teatro, apprezzato in Italia e nel mondo.

Da Broadway all’Australia, passando per il Nord Africa, l’Asia e l’Europa: tutti uniti per la produzione e la distribuzione di spettacoli dal vivo

Il progetto idealmente è iniziato più di 20 anni fa, durante uno dei primi viaggi di lavoro all’estero di Fabio Omodei.

Erano in scena a Praga in un meraviglioso festival internazionale, rappresentavano l’Italia e portavano con loro una lettera del nostro Presidente della Repubblica, che era orgoglioso per quello che stavano facendo.

Dopo 20 anni Omodei ha capito che è giunto il momento di coinvolgere ambasciate, istituti di cultura e consolati per creare una rete fitta e robusta tra 100 teatri, 20 in ogni continente, che approfitteranno di questa incredibile occasione.

Secondo Omodei andare in scena a Broadway non deve essere più un sogno per un artista, così come salire su un palcoscenico dall’altro capo del mondo.

Per lui il teatro a livello mondiale deve parlare una sola lingua, deve fare da collante e da connessione tra il pubblico e gli artisti; ma soprattutto il teatro deve essere un luogo di pace, perché la cultura è sinonimo di pace.

“Verranno selezionati spettacoli da tutto il mondo, ma soprattutto verranno scelti oltre 50 tra attori e attrici disposti a viaggiare e lavorare. I criteri di selezione sono ovviamente la qualità artistica dei progetti e soprattutto la qualità umana delle persone”, dichiara Omodei.

Trovare sia qualità artistica e qualità umana in una società che sembra insegnare sempre di più l’importanza di una condivisione ‘social’ e distaccata, piuttosto che una condivisione sociale ed umana, è sempre più difficile.

Tutto sta cambiando. I social sono un mezzo importante per la diffusione immediata delle informazioni ma soprattutto sono diventati uno strumento fondamentale per gli artisti che vogliono promuovere il loro lavoro”, continua Omodei.

“Siamo bombardati quotidianamente da messaggi che si soffermano sull’importanza della propria immagine.

Il ‘se’ ha già sostituito il ‘noi’ Spesso su un social come Instagram ci troviamo davanti ad attori o attrici con tanta esperienza in Italia ed all’estero, che hanno preferito sostituire il proprio curriculum con la propria immagin e.

Delle volte è difficile capire la differenza tra un’artista e una persona senza esperienza. Bisognerebbe chiedere il curriculum a tutti e non sempre è possibile.

Tutto questo può essere molto dannoso per tutto il sistema perché provoca un livellamento verso il basso della qualità del lavoro, almeno in apparenza.

Sicuramente la propria immagine gioca un ruolo importante nella società di oggi, ma non può essere più importante dello studio, della preparazione e delle esperienze lavorative che man mano si fanno”, dice ancora il regista.

Fabio Omodei racconta poi che quando riceve domande, complimenti o considerazioni su due suoi ex allievi, oggi meravigliosi artisti, Marisa Serra e Leonardo Maltese, che sono presenti su tutti i giornali per essere due grandi protagonisti del cinema italiano e che “hanno un bel viso per la telecamera”, deve sempre specificare che, al di là della verità oggettiva di questa affermazione, si sta parlando di due artisti di grande spessore, che hanno studiato tanto e che continuano ancora a farlo.

“Ridurre tutto all’immagine non è corretto e non è reale, rischiamo di livellare tutto verso il basso, perché dietro il loro successo c’è il loro merito di aver fatto un lavoro molto duro, fatto di studio e sacrifici. Quindi si, è difficile trovare le due cose, ma non impossibile.

Bisogna far capire alle nuove generazioni che sia nel teatro come nel cinema è fondamentale, il sacrificio, lo studio ed il lavoro di squadra perché la crescita professionale avviene proprio attraverso quella umana.

L’una è imprescindibile dall’altra”, dice ancora Fabio Omodei, che si occupa della Direzione, con Paolo Alessandri e Monica Raponi, dell’Accademia Teatrale di Roma Sofia Amendolea.

Insieme hanno ancora tanti progetti di spettacolo e di formazione da sviluppare in tutto il mondo. Ma Omodei racconta che quando sentirà che sarà il momento giusto si occuperà di avere uno spazio teatrale importante, per realizzare grandi produzioni teatrali.

“Non è lontano questo momento, ma non è oggi.

Tra i progetti futuri c’è anche la realizzazione di uno spettacolo nuovo, tratto dall’unione di spettacoli che ho già realizzato. A dire il vero è stato un gruppo di attori che mi ha proposto di prendere due spettacoli recenti, che sono collegati fra di loro, e portarli in scena in un'unica rappresentazione”, conclude il regista Omodei.

Dieci anni fa l’ultima grande produzione di questo tipo è andata in scena al Teatro Quirino di Roma.

Ma prima c’è bisogno di vincere la sfida di trovare un numero di artisti con determinate qualità artistiche ed umane.

Se dovesse arrivare il numero di persone giuste, per questo progetto, Omodei sarebbe ben felice a tornare in scena al Teatro Argentina.

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