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Il cibo e le orticarie. Rapporto problematico e complesso

19 giugno 2024 | 08.42
LETTURA: 2 minuti

E’ l’orticaria ed il suo intricato rapporto col cibo l’argomento della prossima puntata di “τροφήν, la prima medicina”, la rubrica online curata dall’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università LUM di Bari, e dedicata all’impatto dell’alimentazione sulla salute umana.

E’ patologia diffusa l’orticaria, classicamente caratterizzata sul piano sintomatologico da manifestazioni che possono variare da striature rossastre dell’epidermide, che magari si formano strisciando appena appena in superficie sulla pelle, a vere e proprie eruzioni cutanee arrossate e di forma irregolare, sopraelevate e fortemente pruriginose.

Ma, in parole semplici, cos’è l’orticaria? E’ sempre conseguenza di un’allergia? E come mai si manifesta anche in persone che mai prima avevano saputo di essere allergiche? E perché in tanti casi gli antistaminici tradizionali non funzionano? Ed è giusto che chi ha l’orticaria debba stare “a stecchetto” con l’alimentazione? E quali alimenti dovrà evitare? E per quanto tempo?

Quello dell’orticaria è un mondo complesso ed eterogeneo, da studiare caso per caso con cura e competenza, potendo l’orticaria essere la manifestazione esterna e visibile di condizioni patologiche d’organo o sistemiche che covano silenziosamente senza dare segni macroscopicamente apprezzabili. Né è scontato, tanto più nelle forme croniche, che l’orticaria debba avere un’origine allergica. In questo senso, il cibo costituisce esempio emblematico di come, pur in assenza di specifica allergia verso questo o quell’alimento, esso possa indurre la comparsa di fenomenologia reattiva di tipo orticarico a volte anche violenta ma per nulla dipendente da meccanismi immuno-allergici. E allora come regolarsi? A quali accertamenti sottoporsi? Quali terapie assumere? Vanno bene quelle tradizionali? E i farmaci ‘biologici’ che sempre più frequentemente oggi vengono suggeriti ai pazienti con orticaria cronica, hanno sempre un senso? La spesa per il loro impiego, non di poco conto per il SSN, vale l’impresa della loro somministrazione? E la dieta?

Il tema è di grande interesse internistico e richiede attenzione e perizia, non essendoci una regola unica e fissa, valida per tutti i casi di orticaria. Soprattutto, l’orticaria merita una gestione clinica accorta e ponderata che rifugga categoricamente da cialtronerie diagnosti-che e da conseguenti schemi dietetici e terapeutici farlocchi e pasticcioni.

L’appuntamento è per venerdì 21 giugno.

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