Il leader di Iv contro Conte: "Dice 'basta armi', ha un omonimo che da presidente del Consiglio ne ha aumentato più di tutti la spesa?"
I 5 stelle "sono abbarbicati alla poltrona, la crisi la faranno quando è finta la legislatura. Hanno talmente paura di andare a casa che prima di fare una crisi si convertono come hanno fatto su tutto: Tap, Tav, Oimpiadi, Ue, Euro". E' l'affondo di Matteo Renzi dopo le parole pronunciate ieri dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che assicurando di non voler far cadere il governo Draghi ha chiesto però di essere ascoltato.
I 5 stelle, attacca Renzi a margine dell'incontro organizzato da Iv sulla geo politica del cibo, "sono dei voltagabbana ambulanti, non hanno nessun tipo di ideali se non arrivare al 2023. Non credono nemmeno loro a quello che dicono. Conte dice, 'basta armi'. Bisognerebbe chiedergli se ha un omonimo che da presidente del Consiglio ha aumentato più di tutti la spesa per le armi". E l'ex premier ne ha anche per il leader leghista: "A parte Salvini, che nel 2018 voleva armare i benzinai, la gente risponde no ai sondaggi che chiedono, 'volete le armi?'" Mentre "Italia viva non ragiona sui sondaggi - rivendica il leader di Iv - ma poi dobbiamo preoccuparci del consenso nel prossimo anno, non vorrei che questo sfuggisse a nessuno. Noi facciamo una riflessione profonda a 360 gradi, pare non sia amata dalla maggioranza delle persone. Ma noi non puntiamo alla maggioranza, ci accontenteremo di parlare al 10% della popolazione che vuole ragionare".
In ogni caso Renzi conferma la sua soddisfazione per il governo Draghi: "Noi vorremo sempre di più, ma se penso che potevamo essere in mano a Conte e Ciampolillo la mattina mi alzo, tiro un sospiro di sollievo e dico, l'Italia è salva".
Quanto alla guerra in Ucraina "una cosa è chiara - osserva l'ex premier - nessuno può vincere questa guerra ma l'Unione europea può perdere e essere la vera sconfitta se non prende una iniziativa politica".
"Ue e Nato possono scegliere un inviato speciale, lo facciano - sollecita - . Il fatto che Draghi a Washington abbia sostenuto questa tesi è un elemento di grande gioia ed è la dimostrazione che il buon senso prevale o deve prevalere", conclude Renzi.