La fumata bianca al Consiglio dei ministri dopo 8 ore di trattativa. I 5 Stelle incassano il regime speciale per tutti i reati di mafia
Fumata bianca, dopo 8 ore di trattativa, dal Consiglio dei ministri sulla riforma del processo penale. Il M5S, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti di governo, incassa il regime speciale per tutti i reati di mafia, fuori dalla griglia dell'improcedibilità. Nel dettaglio, l'intesa dovrebbe prevedere nessun timing per i reati riconducibili al 416 bis e ter, dunque processi sine die. Mentre per i reati aggravati da mafia sei anni di appello, con un regime transitorio da qui al 2024. Dal 2025, l'appello scenderà a 5 anni.
Dopo una giornata sulle montagne russe, con il M5S sul piede di guerra, l'accordo è stato raggiunto all'unanimità, dunque col voto del Movimento. Il braccio di ferro si era registrato soprattutto riguardo al 461 bis1, ovvero per i reati commessi "per agevolare le associazioni mafiose". Dopo aver ottenuto il sine die per il 416 bis e ter, sull'aggravante mafiosa il punto di caduta dell'intesa sarebbe in tempi più lunghi in appello, ovvero sei anni in regime transitorio per scendere a 5 dal 2025.
La riforma della giustizia va in Aula alla Camera domenica 1 agosto. Lo ha deciso la riunione dei Capigruppo di Montecitorio. I lavori inizieranno alle ore 14 con il voto sulla pregiudiziale già annunciato da L'Alternativa c'è. Già nel pomeriggio del primo agosto inizierà l'esame del provvedimento e il seguito nei giorni successivi. Durante la riunione non si è parlato di fiducia.
Il Consiglio dei ministri, su iniziativa del Ministro della giustizia Marta Cartabia, ha affrontato la riforma del processo penale e ha deciso di apportare alcune modifiche. Rispetto al testo approvato due volte all’unanimità dal governo, si introducono alcune novità. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi.
Tra queste si prevede che per i primi tre anni di applicazione della riforma, la durata del processo d’Appello si estende per un ulteriore anno e quella del processo per cassazione di ulteriori sei mesi; si prevede che per taluni reati, in particolare per i reati di associazione mafiosa, scambio politico mafioso, associazione finalizzata allo spaccio, violenza sessuale e reati con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, i giudici di Appello e di Cassazione possano con ordinanza, motivata e ricorribile in Cassazione, disporre l’ulteriore proroga del periodo processuale in presenza di alcune condizioni riguardanti la complessità del processo, il numero delle parti e delle imputazioni o per la complessità delle questioni di fatto e di diritto. Per i reati aggravati di cui all’articolo 416 bis, primo comma, la proroga può essere disposta per non oltre due anni.
"E' una giornata importante, lunghe riflessioni e lavoro per venire a un accordo. C'è stata un'approvazione all'unanimità, con convinzione di tutte le forze politiche e l'impegno a ritirare tutti gli emendamenti che erano stati presentati dalle forze di maggioranza con l'obiettivo di accelerare il più possibile il lavoro in Parlamento e concludere prima della pausa estiva questa importantissima riforma". Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia, al termine del Cdm.
Sulla riforma del processo penale "abbiamo apportato degli aggiustamenti alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche ma anche degli operatori, degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa in questo paese", aggiunge la ministra. "L'obiettivo è quello di garantire una giustizia celere nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo per usare un espressione ricorrente in questi giorni".
L'intesa sulla giustizia raggiunta in Cdm prevede "una norma transitoria per arrivare con una gradualità a quei termini che ci eravamo dati e che rimangono fissi, rimangono fermi ma verranno raggiunti con gradualità". Inoltre, prevede "un regime particolare per quei reati che nel nostro Paese hanno sempre destato allarme sociale particolare come reati di mafia, di terrorismo, di traffico internazionale di stupefacenti, di violenza sessuale che avranno norme specifiche con possibilità di proroghe da parte del giudice che possono essere rinnovate per assicurare che si arrivi fino in fondo".
“Soddisfazione per la riforma della Giustizia: come chiesto dalla Lega, non rischieranno di andare in fumo i processi per mafia, traffico di droga e violenza sessuale. E ora avanti tutta con i referendum che completeranno il profondo cambiamento chiesto dai cittadini”. Lo dicono Matteo Salvini e Giulia Bongiorno dopo il via libera alla riforma.
"La riforma della giustizia non è la nostra riforma, si tratta di lavori in corso, ma abbiamo contribuito a migliorarla. Avevamo detto, non possiamo transigere sui processi per mafia e terrorismo: è un risultato che abbiamo ottenuto", dice il leader in pectore del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, all'uscita dal palazzo dei Gruppi di Montecitorio. "I processi per mafia e terrorismo non si dissolvono nel nulla, non si estinguono", spiega l'ex presidente del consiglio, che aggiunge: "Abbiamo ottenuto anche il riconoscimento di un'altra nostra battaglia: un emendamento che rende anche i processi per violenza sessuale aggravata non prescrittibili."
"C'è stata -sottolinea- un'altra durissima battaglia per quanto riguarda tutti i processi comunque collegati alla mafia. Lì purtroppo sono davvero rammaricato: c'è stata la dura, durissima opposizione della Lega, e questo mi fa pensare. Quando si tratta di combattere la mafia siamo tutti sullo stesso fronte, poi invece quando si scende nei fatti concreti gli slogan scappano via e evidentemente poi non ci si ritrova sullo stesso fronte. Però abbiamo ottenuto comunque un regime speciale per tutti i processi con reati collegati alla mafia. Anche con questo regime speciale garantiamo che non si estingueranno, non si dissolveranno nel nulla".
Via libera del Consiglio superiore della magistratura al parere sulla riforma complessiva del processo penale. Dopo la delibera della sesta commissione relativa a prescrizione e improcedibilità il plenum ha approvato anche quella che prende in esame l’intero impianto degli interventi del governo con 17 voti a favore, il solo voto contrario del laico della Lega Emanuele Basile e l’astensione dell’altro laico in quota Lega, Stefano Cavanna, e dei vertici della Cassazione, il primo presidente Piero Curzio e il procuratore generale Giovanni Salvi.
Uno dei rilevi mossi alla riforma riguarda la nuova norma che prevede la possibilità che il Parlamento indichi i criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale, che pone un problema di ‘’possibile contrasto della regola dettata con l’attuale assetto dei rapporti tra i poteri dello Stato’’, unito a un rischio di natura pratica per ‘’gli effetti concreti che la scelta legislativa comporterà per gli uffici".