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Interesse sempre più crescente per il Gaming Service Provider leader in Italia: ecco tutte le novità in programma e le prospettive per il futuro

SBC Summit, Marco Castaldo (CEO Microgame): "Siamo un operatore con una lunga tradizione, ma siamo riconosciuti anche come un'azienda proiettata nel futuro"

SBC Summit, Marco Castaldo (CEO Microgame):
26 settembre 2024 | 09.35
LETTURA: 5 minuti

All’SBC Summit in corso a Lisbona, l’Italia è ben rappresentata da Microgame. Le novità proposte da Microgame stanno incontrando un grande interesse da parte di tanti operatori, anche internazionali. Di questo successo, dell’importanza dell’innovazione e dell’omnicanalità e come si andranno definendo i mercati a seguito del riordino, ne ha parlato Marco Castaldo CEO di Microgame.

Cosa vi ha fatto decidere di partecipare a questa importante fiera internazionale?

“E’ un momento di grande sviluppo della nostra azienda. Stiamo lavorando su tanti fronti nuovi, tra cui quello della fornitura di piattaforme che è ovviamente un’attività che intendiamo fare anche all’estero. Ma anche la fornitura di servizi. Siamo qui per rappresentare un po’ la bandiera del made in Italy nel gioco, per proporre a operatori internazionali i nostri servizi e soprattutto per presentare le nostre piattaforme, che sono state oggetto di un grande sviluppo, di grande rinnovamento negli ultimi anni“.

I numeri di Microgame sono sempre più importanti. Il mercato apprezza mese dopo mese la vostra offerta. Insomma, sono sempre più gli operatori che usufruiscono dei vostri servizi e anche a livello internazionale, quindi credo che il successi del vostro operato sia proprio tangibile

“Abbiamo riposizionato la nostra attività in modo molto importante negli ultimi anni, tant’è che mantenendo il business storico del servizio chiavi in mano per i concessionari storici italiani, abbiamo aggiunto una serie di servizi, tra i quali tutta la piattaforma di affiliazione, che offriamo anche ai grandi gruppi. Siamo partiti da poco con un un full outsourcing per un brand storico di uno dei più grandi gruppi italiani. La nostra attenzione e la qualità del servizio sono sempre più rivolti ai grandi gruppi che sono il futuro del settore anche in Italia per quello che sta succedendo, sia a livello di business sia regolamentare“.

Quanti operatori oggi utilizzano i servizi di Microgame?

“Abbiamo circa una sessantina di operatori che prendono i nostri servizi. Lavoriamo praticamente con tutti i grandi gruppi. Sono diventati forse la parte più importante della nostra attività, che è qualcosa che a noi fa onore, ma che ci aiuta anche a crescere perché siamo soggetti a dei requisiti, a delle esigenze sempre più alte da parte di gruppi internazionali che operano con una grandissima competenza e qualità e questo ci dà ispirazione e stimolo per fare sempre meglio. Questo è l’obiettivo e anche per questo ci proiettiamo sulla scena internazionale come sta accadendo anche qui a Lisbona“.

Abbiamo parlato di grandi operatori. Le ultime acquisizioni parlano chiaro della direzione intrapresa dal settore. Come vede il mercato del futuro?

“La componente cosiddetta omnichannel è il futuro di questo mercato. Sono convinto che il segmento retail, sale scommesse e corner ma anche sale giochi abbiano un futuro importante in Italia, laddove saranno integrati in un’offerta omnicanale e dunque la componente del fisico è un’importante parte della leva competitiva che può avere un operatore sul mercato italiano. Pertanto come sarà strutturato il bando per queste licenze sarà un’ulteriore determinante del futuro del settore. Chi si proietta adesso a fare l’online deve pensare a questa componente“.

Visto che ha parlato dell’online, oggi un operatore che fa solo online che futuro può avere?

“Distinguiamo l’operatore che fa puro online, che non si basa su una rete di affiliatori a terra come PVR. Per lui è una grossa sfida perché, se questo operatore non ha un marchio, non ha avuto la possibilità nel tempo di sviluppare un marchio, farà fatica a stare dietro ai grandi gruppi che hanno dei brand affermatissimi“.

“Questo sarà un ulteriore vantaggio competitivo. Chi ha a disposizione delle filiere terrestri, che però dovranno cambiare modo di lavorare, avrà sempre un vantaggio competitivo e quindi le barriere per chi volesse entrare con un modello così, sono sempre più alte. Su questo non c’è dubbio“.

Voi avete un prodotto studiato per i PVR e le skin in vista dei nuovi assetti di mercato susseguenti al bando di gara che rivoluzionerà il settore dell’online

“Abbiamo varie soluzioni che riguardano l’evoluzione del PVR in un soggetto nuovo in funzione dell’attività di ricarica o meno e anche una soluzione per permettere alle skin, che non ci saranno più, a mantenere quantomeno l’identità commerciale, anche pur rispettando i dettami della norma che impongono un unico brand, un unico indirizzo Internet. Abbiamo quindi una serie di soluzioni. L’altro aspetto è che noi abbiamo costruito il nostro sistema nel tempo per dare all’operatore delle leve di marketing utilizzabili sul territorio. Questo è un concetto molto ampio, abbastanza sofisticato, ma riflette quello che deve essere il futuro del PVR, che sarà sempre di più come un affiliato di altro tipo, perché la capacità di fidelizzare il cliente con le transazioni in contanti viene sostanzialmente meno. La norma parla chiaro. Il PVR deve cambiare pelle e se non dai al PVR degli strumenti per fare un lavoro diverso, il PVR o muore o va verso l’iilegale“.

Con il nuovo mercato credo che agli operatori convenga davvero essere avere Microgame a fianco

“E’ l’obiettivo che ci siamo prefissati. Ma lo vediamo anche dal fatto che stiamo ricevendo molte richieste e anche firmando molti contratti con reti commerciali che vogliono lavorare con la nostra concessione. E questo è un po’ la differenza rispetto al passato. Lo stiamo facendo per due motivi, uno perché ce lo chiedono, evidentemente siamo visti come un attore che garantisce un futuro. L’altro è perché questa è una parte della nuova normativa che non è stata capita da tutti. Nel nuovo mercato potranno fare b2b, vendere servizi integrati soltanto i concessionari. Noi parteciperemo al bando per rinnovare la concessione. Chi non avrà la concessione non potrà fare il servizio come lo fa oggi. E quindi per giustificare anche 7 milioni di investimenti e non farli pagare tutti ai nostri clienti b2b alzando i prezzi, dobbiamo avere una minima base di volumi con l’attività di operatore. Siamo un operatore storico ma siamo visti anche come un operatore del futuro: per me questo è il più grande complimento ci sta facendo il mercato“.

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