Generali archivia il primo semestre dell'anno con un utile netto di 1,4 miliardi di euro, in calo del 9% su base annua. Il risultato del gruppo assicurativo risente delle svalutazioni sugli investimenti in Russia per 138 milioni: 97 milioni su titoli a reddito fisso detenuti direttamente e 41 milioni alla partecipazione nella compagnia Ingosstrakh, che risulta svalutata al 70%. E, sempre sul fronte russo, dal primo luglio scorso Europ Assistance è uscita dalle proprie attività nel Paese. Senza l'impatto delle svalutazioni, il risultato netto sarebbe stabile a 1.541 milioni, mentre il risultato operativo si conferma in crescita a 3,14 miliardi (+4,8%), oltre il consensus degli analisti. I premi lordi sono in aumento a 41.880 milioni (+2,4%), spinti dallo sviluppo del segmento Danni.
Il Solvency Ratio si attesta al 233%, dal 227% di fine 2021. Nel segmento Vita il risultato operativo balza a 1,7 miliardi (+17,1%), nel Danni i premi sono in aumento a 14,6 miliardi (+8,5%), con il Combined Ratio al 92,5%, e il risultato operativo a 1,3 miliardi (+3%). Nel segmento asset & wealth management il risultato operativo dell’Asset Management è di 325 milioni (+6,2%). Il gruppo, visti i risultati del semestre, conferma i target finanziari previsti dal suo piano triennale.
“I solidi risultati di Generali dimostrano che il nostro impegno nell’implementazione del piano strategico ‘Lifetime Partner 24: Driving Growth’ è la strada giusta per conseguire una crescita sostenibile e aumentare la profittabilità operativa", commenta il group ceo Philippe Donnet. "Siamo stati in grado di raggiungere questi risultati in un contesto di crescente incertezza geopolitica e macroeconomica, mantenendo sempre come priorità principale i nostri clienti e le loro esigenze".
Ma, annuncia Donnet, "aumenteremo i prezzi per mitigare l'impatto dell'inflazione sui costi dei sinistri e sulle spese. L'inflazione per definizione significa un aumento dei prezzi e questo vale anche per i prezzi dell'assicurazione, quindi ci saranno aumenti di prezzi significativi".
Intanto l'esposizione di Generali sui titoli di Stato italiani è scesa a 52,8 miliardi di euro dai 63 miliardi a valori di mercato della fine del 2021. Sul fronte politico, continua Donnet, "quello che non piace ai mercati è l'incertezza. A breve ci saranno le elezioni e sono molto fiducioso che la politica italiana riuscirà a mettere in piedi un governo responsabile e che continui sulla strada delle riforme. Siamo attenti ma non preoccupati".
Il gruppo ha inoltre annunciato l'avvio domani, 3 agosto, del programma di buyback fino a 500 milioni di euro, per un numero massimo di azioni corrispondente al 3% del capitale sociale della società. Generali ha sottoscritto con Ubs Europe un buyback agreement. Il prezzo minimo di acquisto delle azioni non potrà essere inferiore al valore nominale implicito del titolo, attualmente pari a un euro, mentre quello massimo non potrà eccedere del 5% il prezzo di riferimento che il titolo avrà registrato nella seduta di Borsa del giorno precedente al compimento di ogni singola operazione di acquisto.