Dopo scontri tra studenti: "Violenza va condannata tutta, riflettere sul perché risposta sia solo questa"
"Quella che dirigo è una scuola come le altre, in cui c'è stato un episodio uguale a tanti altri che accadono ovunque, sono sempre accaduti e sempre accadranno. La ragazza ha ritenuto di ritirarsi dalla scuola, ne sono anche molto dispiaciuta, perché si è sentita intimorita, sotto pressione". A parlare all'Adnkronos è Rita Gaeta la preside del liceo Michelangiolo di Firenze davanti al quale, il 18 febbraio scorso, due studenti del Collettivo sono stati aggrediti da sei ragazzi di Azione Studentesca.
A pagare le conseguenze di quanto accaduto la sorella 16enne di uno degli indagati e studente dello stesso liceo. Pressata da insulti, definita 'fascista', ha deciso di cambiare scuola. "Sono stata avvisata da una professoressa che c'era questa situazione nella classe della studentessa, di conseguenza ho convocato la famiglia - racconta la dirigente scolastica - Abbiamo parlato, anche in presenza della ragazza, la decisione di trasferirla è stata loro. Personalmente ho cercato di dissuaderli, senza successo. La studentessa si è sentita pressata psicologicamente e ha deciso di andar via, come aveva già fatto suo fratello nel liceo di fronte a noi, perché evidentemente per lui quella scuola non era più sostenibile. Ho fatto quanto era mio dovere fare, perché lei rivedesse la sua decisione, perché restasse. E' stata travolta da quanto accaduto, lei e l'intera famiglia. Immaginiamo come ci si possa sentire con un figlio indagato, con le indagini, la Procura, la Questura. E la ragazza ha avuto un contraccolpo. Tutto questo clamore poi non ha fatto bene a nessuno, tantomeno agli studenti".
"Sottolineo, però, che la violenza, purtroppo una deviazione comune della nostra società, giovanile e non, non si verifica solo dentro alle scuole. A mio avviso va condannata tutta, bisogna riflettere sul perché si riesca a rispondere solo con la violenza e non con altri mezzi. Bisognerebbe fare una riflessione con la società su questo. Come scuola sicuramente abbiamo l'intento di portare i ragazzi a riflettere sul fenomeno".
(di Silvia Mancinelli)