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"Perché il matrimonio tra Unicredit e Commerzbank si può fare ma bisogna sbrigarsi", l'analisi sulle nozze più attese della finanza

"Più l’operazione rimane in bilico più il management di Commerzbank può trovare delle soluzioni efficienti per fronteggiarla"

MILANO, SEDE UNICREDIT , PIAZZA GAE AULENTI (PAOLO SALMOIRAGO/Fotogramma, MILANO - 2019-04-17) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - FOTOGRAMMA
MILANO, SEDE UNICREDIT , PIAZZA GAE AULENTI (PAOLO SALMOIRAGO/Fotogramma, MILANO - 2019-04-17) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - FOTOGRAMMA
20 novembre 2024 | 12.36
LETTURA: 4 minuti

Occhio al fattore Tempo. Il matrimonio tra Unicredit e Commerzbank si può fare ma bisogna sbrigarsi. L'istituto di piazza Gae Aulenti ha un grande vantaggio: per gli azionisti di Commerzbank l’offerta dovrebbe essere molto favorevole. Il principale rischio per Unicredit è il tempo. Più l’operazione rimane in bilico più il management di Commerzbank può trovare delle soluzioni efficienti per fronteggiarla. Così Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, spiega all'Adnkronos storia, difficoltà e prossimi appuntamenti delle nozze più attese dalla grande finanza europea. Per tanti anni, spiega l'analista, abbiamo parlato di quale potesse essere la preda di Unicredit nelle operazioni di consolidamento del settore bancario. "Da settembre - continua - abbiamo scoperto che il Ceo Andrea Orcel aveva preparato un piano per conquistare la seconda banca tedesca, Commerzbank: prima con l’acquisto di azioni per raggiungere una partecipazione del 9% e poi con l’accumulo di strumenti derivati in grado di portare la quota di Unicredit su Commerzbank fino al 21% con la successiva richiesta alla Bce per ottenere il via libera per salire fino al 30%".

Le barricate tedesche

L’operazione, spiega, è molto difficile visto che sia il management di Commerzbank sia il governo tedesco hanno dichiarato un parere contrario. Fin dall'inizio della battaglia per l'acquisizione, aggiunge Diodovich, il consiglio di amministrazione della banca ha sottolineato il suo impegno a mantenere l'indipendenza e impegnarsi ad attuare il piano strategico esistente fino al 2027. Il nuovo Ceo, Bettina Orlopp (in carica dal primo ottobre, prima Cfo del gruppo), ha ribadito questa posizione presentando i risultati finanziari del terzo trimestre, ottenendo il sostegno del cancelliere di Berlino, Olaf Scholz. Nonostante le opposizioni dei vertici della banca tedesca e del governo, tuttavia, non sarà facile respingere la scalata della banca italiana.

La Bce non è uno scoglio insormontabile.. anzi

Unicredit dovrà trovare l’appoggio della Bce. Il Consiglio di Vigilanza dovrà decidere se permettere a Unicredit di poter aumentare la propria partecipazione fino al 29,9%. Il Supervisory Board, presieduto dalla tedesca Claudia Buch (ex vice presidente della Bundesbank) è composto da 4 membri rappresentanti della Bce e più di 20 membri tra rappresentanti delle banche nazionali (per l’Italia Alessandra Perrazzelli di Banca d’Italia) e rappresentanti delle Autorità di Vigilanza nazionali, spiega l'analista. L’operazione UniCredit-Commerzbank è un banco di prova significativo per la Bce e per il suo Consiglio di Vigilanza, che dovrà dimostrare la propria indipendenza dal potere politico e decidere solamente per il bene dell’Unione monetaria. Tale decisione potrebbe avere ripercussioni in futuro. "Noi crediamo - chiosa l'analista - che la Bce dovrebbe dare il via libera all’operazione che rispecchia una delle principali richieste dell’istituto di Francoforte ovvero il consolidamento del settore bancario europeo con l’aumento delle attività transfrontaliere".

Occhio all’opposizione politica e a quella del management

Ci saranno tanti interventi politici per influenzare la decisione della Bce, prosegue Diodovich. Negli ultimi giorni sono uscite dichiarazioni su un possibile compromesso per il via libera della banca centrale con l’accettazione da parte dell’Italia della ratificazione del Mes rettificato. Non escludiamo che ci possano essere discussioni a riguardo ma riteniamo che non si terrà conto di questi compromessi. Lo scoglio più difficile per il matrimonio è tuttavia superare l’opposizione politica e quella del management. Il governo tedesco detiene ancora il 12,5% di Commerzbank. "Riteniamo -chiosa l'analista - che almeno fino all’esito delle elezioni anticipate del 23 febbraio 2025 non ci sarà da nessuna parte politica un’apertura verso l’operazione di Unicredit, anzi, i toni potrebbero essere ancora più accesi e di forte chiusura per l’arrivo di un acquirente straniero per la seconda banca tedesca".

Le contromisure dei vertici di Commerz

I vertici di Commerzbank, esamina Diodovich, cercheranno di trovare le misure difensive più efficienti per fronteggiare il possibile takeover di Unicredit. Ad esempio con: delle acquisizioni difensive, Commerzbank potrebbe valutare l'acquisizione di una banca (tedesca) di medie dimensioni per aumentare la propria dimensione e complessità, rendendo più difficile una scalata ostile;delle strategie per aumentare profitti e dividendi in modo da incrementare il valore degli azionisti dei piani mirati di comunicazione con gli azionisti, informarli e convincerli dei potenziali rischi associati a una fusione con Unicredit, evidenziando i benefici di mantenere l'indipendenza. "Proprio per queste ragioni - rimarca Diodovich - il principale rischio per Unicredit è il tempo. Più l’operazione rimane in bilico più il management di Commerzbank può trovare delle soluzioni efficienti per fronteggiarla". (Ape)

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