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Nuovo Dpcm, Boccia: "Regioni non esautorate"

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04 novembre 2020 | 16.09
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"Oggi un lockdown nazionale non sarebbe la soluzione; abbiamo preferito adottare un sistema modulare coerente con le diverse condizioni territoriali e con la tenuta delle reti sanitarie regionali. Il virus non deve essere considerato come una colpa né da chi viene contagiato né dai territori; è un problema sanitario, sociale ed economico che va affrontato sempre unendo le forze tra i diversi livelli istituzionali". Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, intervenendo a Forum PA Restart Italia.

"In questi mesi di emergenza sanitaria la Conferenza Stato Regioni e la Conferenza Unificata si sono trasformate da 'parerifici', come spesso accaduto in passato, in luoghi di confronto istituzionale continuo. La cabina di regia con le Regioni e gli enti locali è attiva 24 ore su 24".

"Decidere una strategia e proporla prima al Parlamento non vuol dire esautorare le Regioni ma dare risposte diverse a problemi diversi, lavorando insieme e condividendo le responsabilità. Molte delle osservazioni delle Regioni, dei Comuni, delle Province sono state recepite; le Regioni saranno consultate tutte e su tutto, come sempre; e il governo ieri sera ha nuovamente assicurato, con una lettera inviata alle Regioni prima della firma del Dpcm, che i ristori per le attività che chiuderanno a seguito delle nuove possibili restrizioni, saranno automatici e tempestivi".

"Ad oggi -prosegue Boccia- oltre 39 mila persone non ci sono più, gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia viaggiano verso gli 800 mila: sono numeri che ci impongono rigore e rispetto per loro, per gli operatori sanitari e per le regole che ci diamo. La convivenza con il Covid-19 è una strada obbligata da mesi e complessa perché impone adattamenti continui, ma riusciremo in questa impresa collettiva solo restando uniti".

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