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Regionali, Zingaretti canta vittoria: "Pd primo partito in Italia"

Il segretario: "Ora Mes e Dl sicurezza. Rimpasto? Priorità è mantenere promesse su fondi Ue"

Foto Fotogramma
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22 settembre 2020 | 07.00
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"Abbiamo vinto". A sera Nicola Zingaretti, sorridente e rilassato, tira le somme di quella che definisce lui stesso "una giornata importante per l'Italia". Il segretario del Pd ha potuto sciogliere ogni dubbio sull'esito del doppio voto Regioni-referendum abbastanza presto, nel primo pomeriggio: "Siamo molto soddisfatti".

Le tre regioni portate a casa dai dem sono considerate al Nazareno un successo, e sul referendum lo stesso leader dem si è affrettato a mettere il sigillo del "sì riformista" a una battaglia che è nata in casa M5S: "Adesso si apre la stagione delle riforme e il Pd si farà carico anche delle considerazioni di chi ha votato no". Zingaretti ha sentito il premier Conte, tutti i governatori (vincenti e perdenti) e non si è risparmiato nelle valutazioni di un voto che gli fa dire: "Siamo il primo partito in Italia".

In serata, diversi big del Pd si sono ritrovati in terrazza del Nazareno insieme al segretario per commentare e festeggiare: Roberto Gualtieri, Enzo Amendola, Andrea Orlando, Peppe Provenzano. Quasi a sottolineare fisicamente le parole del leader dem: "Ha vinto una comunità. Il Pd discute, combatte e ora vince anche".

Poche, ma decise, le parole che il segretario ha riservato agli alleati del M5S: "Se ci avessero ascoltato...". Il rimpianto è soprattuto per le Marche. La certezza è che "siamo stato soli a combattere la destra", come ha detto Provenzano. A 'graffiare' Matteo Renzi ci ha invece pensato Andrea Orlando: "Il riformismo non è il 2-3%".

Quello che ha evidenziato soprattutto Zingaretti è stato la ritrovata unità del partito, un tema declinato anche da altri big a partire da Lorenzo Guerini e Luca Lotti, i leader di Base riformista. Ma come si traduce l'esito dell'election day a casa Pd? "La stagione delle riforme", ovviamente, a partire dall'accelerazione sulla legge elettorale chiesta anche dal ministro della Difesa. Poi è stato lo stesso Zingaretti a tornare alla carica sui Dl sicurezza e confermare il sì al Mes.

"Governo e riforme costituzionali potranno andare avanti", ha da parte sua twittato Dario Franceschini, elogiando sopra tutto l'impegno del segretario. A livello di governo "la priorità", ha ripetuto poi lo stesso Zingaretti, è "spendere bene e presto i fondi europei". Diversi ministri hanno spiegato che il voto "rafforza il governo". Uno scenario che non ha spento le voci di un rimpasto di governo. Su questo, però, fonti molto vicine al segretario dem sono state nette in serata: "No, non chiediamo alcun rimpasto". E anche Orlando, tra i più espliciti nei giorni scorsi, è sembrato correggere il tiro: "Né rimpasto né altro, ma un punto per ripartire, un accelerazione". Da domani, però, al Nazareno ci si muove da "primo partito in Italia".

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