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Renzi: "Votiamo contro mozioni sfiducia a Bonafede"

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20 maggio 2020 | 12.19
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"Votiamo contro le mozioni di sfiducia a Bonafede". Lo ha annunciato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervenendo al Senato nella seduta che discute le mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. "Se votassimo come lei ha votato nei confronti dei membri dei nostri governi, lei oggi dovrebbe andare a casa. Ma noi non siamo come voi. Mi auguro che questa vicenda la possa far riflettere dal punto di vista personale e possa far riflettere i colleghi del Movimento 5 Stelle", ha aggiunto.

"Riconosciamo al centrodestra e alla senatrice Bonino di aver posto temi veri, le vostre mozioni non erano strumentali. Non le voteremo per motivi politici, in primis per ciò che ha detto il presidente del Consiglio. Il premier ha detto con chiarezza che se ci fosse stato un voto di una parte della maggioranza contrario all'operato del ministro o favorevole alle mozioni di sfiducia, ne avrebbe tratto le conseguenze politiche. Quando parla il presidente del Consiglio, si rispetta istituzionalmente e si ascolta politicamente", ha aggiunto. "Io credo che lei si assuma una responsabilità, signor presidente del Consiglio, ma noi la seguiamo", ha detto rivolgendosi a Giuseppe Conte.

"In un paese con 31mila morti e l'11% di deficit stimato per quest'anno, con la disoccupazione prevista per il 15% alla fine dell'anno, con il debito pubblico verso il 160%, chi si ritiene un patriota istituzionale e crede alla ragion di stato, rispetta quello che dice il presidente del Consiglio se fa parte della maggioranza", ha detto ancora.

"Lo dico condividendo larga parte delle riflessioni della senatrice Bonino. Lo dico per un fatto politico e riconosco al presidente del Consiglio di aver dato segnali importanti negli ultimi giorni. Abbiamo molto apprezzato la sua posizione sull'Irap, la sua battaglia di legalità accanto al ministro Bellanova, l'accelerazione sulle riaperture. Tuttavia, ancora molto è da fare: nel momento in cui lei decide di porre tutto il peso della sua autorevolezza politica accanto al ministro della Giustizia, lo fa per un fatto politico, noi dobbiamo essere conseguenti con lei", ha affermato ancora Renzi. "A noi non interessa un sottosegretario, a noi interessano i cantieri. Quando portiamo idee, non stiamo cercando visibilità. Cerchiamo di affermare concetti: quando in quest'aula ho parlato della riapertura delle scuole, ho sentito mugugni anche nel mio gruppo. Ma se consideriamo le scuole come la prima cosa da chiudere e l'ultima cosa da riaprire, anche dopo i pub, diamo un segnale diseducativo, un messaggio sbagliato alle nuove generazioni. Dire questo significa fare politica, non significa fare polemica. Rivendichiamo il diritto di dirle che la seguiamo -ha detto ancora a Conte- ma vi chiediamo un'assunzione di responsabilità".

Renzi si è soffermato quindi sul "rapporto tra garantismo e giustizialismo", "il secondo punto per cui non votiamo le mozioni di sfiducia". "Non è mai stata mai immaginabile una vendetta servita così su un piatto d'argento: ella attaccata dai giustizialisti", ha detto Renzi rivolgendosi a Bonafede. "Ma noi abbiamo il compito di spiegare alle nuove generazioni che la politica non è vendetta. Certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Lei a gennaio 2016 diceva 'se c'è un sospetto, anche chi è pulito si dimetta'. No, bisogna rifiutare la cultura del sospetto che, come diceva Falcone, è l'anticamera del khomeinismo e non l'anticamera della verità". "Nel 2016, quando ero presidente del Consiglio, l'allora Guardasigilli, il bravo Andrea Orlando, mi disse: 'Abbiamo un problema, sta morendo Bernardo Provenzano. Ci viene chiesto di farlo morire a casa'. Un anno dopo, lo stesso avvenne con Totò Riina, quando il primo ministro era Gentiloni. Noi siamo per la giustizia e per il buonismo, abbiamo preso un impegno: garantire a Provenzano e Riina il massimo delle cure possibili perché noi eravamo, siamo e saremo lo Stato. Ma Bernardo Provenzano e Totò Riina sono morti in carcere perché quello era il loro posto e questo non è buonismo, questa è giustizia", ha detto ancora Renzi prima di concludere. "Signor ministro, sulla questione delle scarcerazioni c'è stata troppa superficialità da parte del Dap. Signor ministro, sulla questione della prescrizione, del processo penale, del processo civile, c'è ancora molto da fare. Signor ministro, faccia il ministro della Giustizia, non il ministro dei giustizialisti. E vedrà che ci avrà al suo fianco".

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