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Renzi: "Segnali incoraggianti da Conte, ora stop dpcm"

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02 maggio 2020 | 06.51
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Matteo Renzi, dopo le bordate in Senato contro il premier Giuseppe Conte, dice di vedere "segnali incoraggianti" nei rapporti tra le forze di maggioranza a proposito della fase 2. "Lo spero", le parole del leader di Iv a "Zapping" s Radio 1. Tra il restare all'interno di un governo che, a suo dire, 'calpesta la costituzione', e uscire dall'esecutivo, Renzi dice di vedere "una terza ipotesi": "Il governo smette di fare dpcm, il governo inizia a dare i soldi, le cose che noi abbiamo contestato anziché essere criticate per partito preso, per pregiudizio ideologico vengono considerate per quello che sono, il tentativo di dare un aiuto concreto e si inizia a fare le cose sul serio". "Mi sembra di vedere segnali incoraggianti - afferma, in risposta ad una domanda su un 'appeasement' tra le forze che stanno al governo - Il presidente del Consiglio si è reso conto che le cose non vanno sulla liquidità".

"Io sono per un governo eletto direttamente, un presidente del Consiglio eletto direttamente, ma finché c'è questa Costituzione, la Costituzione si tiene. Io ritengo che non sia lecito per il capo del governo decidere se il fidanzamento sia saltuario o stabile -ribadisce - Figuriamoci se io non voglio un governo che decide, ma per farlo ci vuole la riforma della Cosituzione, finché c'è questa ce la teniamo".

Renzi evidenzia ancora la necessità di procedere ad una 'riapertura calibrata'. "Noi abbiamo dei territori che non vedono contagiati da giorni. Abbiamo una situazione in generale che sta migliorando - afferma Renzi - Non sottovaluto quello che è accaduto, mi colpisce quando dicono che sottovaluto. Ma per carità di Dio, morire da soli, senza avere un familiare accanto, è una cosa che spacca il cuore".

"Ma penso - sostiene - che ciò che sta accadendo, e questo è il compito della politica, avrà conseguenze nei prossimi sei mesi". "Il populismo vive di sondaggi, di attenzione all'istante, a ciò che accade adesso, mentre la politica dovrebbe prevedere qualche mese prima - sottolinea ancora Renzi - Se non ripartiamo adesso, specie nei territori in cui si può ripartire, il lavoro perderà significato e sarò tutto sussidi e assistenzialismo".

Se non si riparte subito, ripete, c'è il rischio che "a settembre-ottobre ci sia il bollettino del collasso dei posti di lavoro. Fortunatamente dopo tanti giorni vediamo dei segnali importanti di miglioramento del bollettino sanitario - prosegue-. Ho l'impressione che nel mese di settembre-ottobre, se non interveniamo subito, al bollettino sanitario delle 18 si sostituirà il bollettino in cui anziché collassare le terapie intensive collasseranno i posti di lavoro".

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