Il senatore ex M5S: "Nessun partito con Di Battista"
"L'unico vero 5 Stelle rimasto sono io. Al di là delle etichette, ci sono alcuni valori, alcune battaglie che erano storiche del Movimento e che adesso non lo sono più. Addirittura l'altro giorno ho visto che Vito Crimi non si ricordava più la quinta stella. Se non ti ricordi l'acqua pubblica, la mobilità e lo sviluppo sostenibile, è un problema". Lo ha detto Gianluigi Paragone, senatore ex 5Stelle approdato al Gruppo Misto a Palazzo Madama, alla trasmissione 'L’Italia s’è desta' su Radio Cusano Campus.
"Non ci sarà - afferma ancora - nessun nuovo partito formato da me e Di Battista. Alessandro la sua battaglia la fa dentro il Movimento e io gli auguro molta fortuna. Per un mio eventuale ritorno nel Movimento, la sua presenza può essere dirimente soltanto nell’ipotesi in cui facesse cadere questo governo e si andasse ad elezioni, perché l’abbraccio col Pd è un abbraccio mortale. Il Pd ormai rappresenta il neoliberismo".
"Ad Alessandro ho detto: buona fortuna perché entri in un corpo che ormai è corrotto. Alessandro è innamorato del Movimento, ma è quell’innamoramento che purtroppo nasce dal fatto che non sta vivendo la stagione del Movimento governativo, quando tornerà a frequentarli capirà che quell’innamoramento non c’è più”, spiega Paragone.
"Di Maio - continua - è il più democristiano di tutti, mi piacerebbe ricordargli le parole che lui e Di Stefano dicevano quand’erano all’opposizione, perché è facile stare all’opposizione. L’Europa è difficile coinvolgerla perché non esiste politicamente, esiste solo per la sua ricaduta economica, è un inganno mostruoso. Un’Europa politica avrebbe già un ruolo, Regeni sarebbe un cittadino europeo, ma l’Europa non riconosce la cittadinanza europea. Devono avere il coraggio di parlare chiaro e dire che la vita di Regeni non vale i rapporti economici con l’Egitto".
Il braccio di ferro tra Italia Viva e il resto della maggioranza di governo sulla prescrizione, "resta partita di corto respiro ma l’ha vinta Renzi. Lui non si è fermato, è molto più spregiudicato di tutti gli altri, lui mette il proprio ego davanti a tutti. Lui avrebbe davvero provocato una crisi di governo per Bonafede".
"Nel momento in cui costringe il governo a togliere dal Milleproroghe la parte della prescrizione ha vinto lui. Il M5S non ha più frecce nel proprio arco e allora deve tentare sull’unica cosa che gli rimane di dire: questa cosa la facciamo come diciamo noi. La concessione autostradale o la fai o non la fai, è una cosa che si vede. La prescrizione è la stessa roba, o la fai o non la fai. Siccome tutto il resto non puoi farlo allora fai la prescrizione”, ha concluso Paragone.