Mattia Santori torna sull'episodio dell'attivista di San Pietro in Casale, finito oggetto di un video d Salvini
"Perché non introdurre un Daspo anche per i social network?". La proposta, diretta al governo, arriva dalle Sardine, dopo i numerosi episodi di insulti e minacce subiti da diversi attivisti, inclusi i fondatori. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è quello che ha visto coinvolto un attivista di San Pietro in Casale, finito oggetto di un video di Matteo Salvini mentre parlava dal palco. A causa delle minacce e dell’odio di cui si è trovato oggetto, spiega Mattia Santori, portavoce delle Sardine, al ragazzo è stato consigliato dalle autorità di interrompere il suo lavoro come agente di commercio.
L’idea delle Sardine è quella di lavorare sull’identificazione digitale, così da poter individuare subito chi minaccia via social e renderlo oggetto di un Daspo che gli impedisca comportamenti simili, bypassando la comune pratica dei profili fake. "La linea con la censura è fragile, ma iniziamo a parlarne – ha proposto Santori, durante una conferenza stampa stamattina a Bologna -. Se qualcuno non è in grado di comportarsi nell’arena pubblica allora non può entrare in quell’arena". Il momento, per le sardine, sarebbe anche propizio: "Visto che si sta parlando di rimettere mano ai decreti sicurezza perché non aggiungere anche questo? Serve una maggiore sicurezza digitale".