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Piazza Fontana, Mattarella: "Ferita non rimarginabile"

Nel cinquantenario della strage, il presidente della Repubblica ha salutato le vedove Pinelli e Calabresi. Oltre ai familiari delle vittime della strage, presenti anche le figlie di Pinelli, Silvia e Claudia, e l'ex direttore del quotidiano 'La Repubblica'

Sergio Mattarella arriva a Palazzo Marino per la seduta straordinaria del Consiglio comunale, in occasione del cinquantenario della strage di Piazza Fontana.  A sinistra il sindaco Giuseppe Sala e al centro il presidente della Lombardia, Attilio Fontana (FOTOGRAMMA)
Sergio Mattarella arriva a Palazzo Marino per la seduta straordinaria del Consiglio comunale, in occasione del cinquantenario della strage di Piazza Fontana. A sinistra il sindaco Giuseppe Sala e al centro il presidente della Lombardia, Attilio Fontana (FOTOGRAMMA)
12 dicembre 2019 | 14.25
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Milano ricorda la strage di Piazza Fontana. Oltre ai famigliari delle vittime, hanno atteso insieme l'arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella anche Gemma Calabresi e Licia Pinelli, vedove di Luigi Calabresi e Giuseppe Pinelli. Con loro c'erano i figli: l'ex direttore del quotidiano 'La Repubblica', Mario Calabresi, e le due figlie di Pinelli, Silvia e Claudia. Mattarella ha inoltre salutato e stretto la mano ai familiari delle vittime, prima dell'inizio del Consiglio comunale: sono almeno una quarantina i parenti presenti alla commemorazione dell'eccidio, che vede per la prima volta la presenza a Milano del presidente della Repubblica che, arrivando a Palazzo Marino, è stato accolto dal sindaco Giuseppe Sala e dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana. A pochi passi dall'aula consiliare, in Galleria Vittorio Emanuele, è stato allestito uno schermo - lo stesso della Prima della Scala - per permettere ai cittadini vedere la diretta del Consiglio e l'intervento del presidente della Repubblica.

"Disinvolte manipolazioni strumentali del passato, persistenti riscritture di avvenimenti, tentazioni revisioniste alimentano interpretazioni oscure entro le quali si pretende di attingere versioni a uso settario, nel tentativo di convalidare, a posteriori, scelte di schieramento, opinioni di ieri". Questo un passaggio del discorso del presidente della Repubblica in consiglio comunale. Il presidente della Repubblica ha citato anche quanto detto in passato dal suo predecessore, Giorgio Napolitano, in cui spiegava che "non brancoliamo nel buio in un'Italia dei misteri". Della vicenda di Piazza Fontana, insomma, "si conoscono origini e responsabilità".
E ancora: "L'attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata, quindi, doppiamente colpevole". "Un cinico disegno, nutrito di collegamenti internazionali a reti eversive, mirante a destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent’anni dall’entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne sconfitto", aggiunge Mattarella.

Non bisogna fare l'errore di relegare al passato gli attacchi alla democrazia, il monito del presidente. "Il trascorrere del tempo non colloca tra gli eventi vecchi e da rimuovere l’attacco alla democrazia portato in quegli anni: non commetteremo l’errore di pensare che siano questioni relegate a un passato più o meno remoto", afferma. "Sono la nostra identità, il nostro Patto civile a essere usciti segnati da quegli avvenimenti. Occorre esserne consapevoli per non correre il rischio di poterli rivivere", sottolinea.

''Cinquanta anni dopo Piazza Fontana - ha detto ancora Mattarella - sentiamo, assieme ai familiari delle persone assassinate in quella circostanza, il dolore profondo per una ferita non rimarginabile recata alla nostra convivenza''. ''Convivenza - ha sottolineato - che si riconosce nella Associazione dei familiari che, in questi anni, l’ha ben rappresentata reclamando verità e giustizia e preservando memoria. Immersi in pieno nella storia d’Italia, di cui l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura rappresenta una pagina indelebile, affermiamo il dovere del rispetto di una memoria collettiva, in una vicenda di cui si conoscono origini e responsabilità''.

Per il presidente della Repubblica, l'Italia si dimostrò più forte del terrorismo: "I tentativi sanguinari di sottrarre al popolo la sua sovranità sono falliti. La Repubblica è stata più forte degli attacchi contro il popolo italiano", ha detto in un passaggio del discorso, per poi tornare sul concetto: "La democrazia si dimostrò forte. In grado di battere il terrorismo, con gli strumenti propri di uno Stato di diritto, senza rinunciare mai al rispetto dei diritti fondamentali della persona. Sono i valori della nostra Costituzione".

Il presidente ha quindi ricordato nel suo discorso, oltre alle vittime della strage, anche l'anarchico Giuseppe Pinelli e il commissario Luigi Calabresi, alla presenza dei familiari, "con commozione". "Nel momento - ha detto - in cui facciamo con commozione memoria delle vittime di piazza Fontana - e, con loro di Giuseppe Pinelli, del Commissario Luigi Calabresi - sappiamo di dover chiamare le espressioni politiche e sociali del Paese, gli uomini di cultura, l’intera società civile, a un impegno comune: scongiurare che si possano rinnovare in Italia le fratture terribili in cui si inserirono criminalmente quei fatti".

"Ai parenti delle vittime qui raccolti, cui mi rivolgo con rispetto, solidarietà e affetto - e verso i quali l’Italia avverte di essere debitrice - dobbiamo saper dire che ci sentiamo legati da un vincolo morale", la conclusione di Mattarella. "Italiani fra italiani, cittadini fra concittadini, per essere custodi attenti del futuro del Paese. Nella fedeltà alle istituzioni della democrazia che ci sono state consegnate dalla Costituzione", conclude.

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