Il leader di Italia Viva chiude la Leopolda. Al Pd: "Siamo competitor". L'attacco a Salvini: "Sei un Don Abbondio". Scintille Bellanova-dem
di Mara Montanari
Sono due i messaggi che Matteo Renzi manda dalla Leopolda 'dei record', come ripetono da questa parti, al premier Giuseppe Conte, agli alleati di governo e agli avversari. Il primo riguarda la durata della legislatura: questa maggioranza "ha il dovere istituzionale di eleggere il prossimo presidente della Repubblica". Insomma, Italia Viva non ha intenzione di staccare la spina. L'orizzonte arriva almeno al 2022. Con questo governo? Renzi non si sbilancia. "Chi vuole scendere prima può farlo. Noi non stacchiamo la spina, vogliamo attaccare la corrente”.
Il secondo riguarda il bacino elettorale potenziale di Iv: il terreno di caccia per Renzi sono i delusi di Forza Italia. Un elettorato a cui l'ex-premier guarda da sempre, dai tempi del partito della Nazione, ma stavolta lo può fare 'libero 'dall'ingombro' del Pd. Questi i due messaggi chiave della decima Leopolda, la prima del post scissione. Il Pd torna nell'intervento di Renzi ma senza affondi particolari. Sono lasciati a Teresa Bellanova gli accenti più duri verso gli ex-compagni di partito.
E poi la serie di bordate, spesso con toni sarcastici, verso Matteo Salvini bersaglio delle gag di Renzi."L'altra sera a Porta a Porta non faceva che ripetermi: 'sei al 4%'. Ma sarò anche al 3% ma intanto tu ti sei fatto fregare da uno che ha il 3% e fai il leone? Goditi il Papeete omonimo, che a governare il paese pensiamo noi". Governare perché "il populismo di Salvini è capace di evocare i problemi ma non di risolverli" come sull'immigrazione a cui Renzi dedica un lungo e applaudito passaggio dell'intervento.
Renzi ribadisce l'intenzione di andare avanti nella battaglia contro le tasse in Parlamento, annuncia una proposta sui tagli alla spesa per ricavare 2 miliardi in un anno, continua a battere contro quota 100 che è "solo uno spot di Salvini". Ma insieme ripete che le sue e quelle di Italia Viva "sono idee, proposte e mai ultimatum".
E a sottolineare che non sarà Italia Viva a interrompere la legislatura, Renzi fa un lungo e puntuale passaggio sull'elezione del prossimo capo dello Stato nel 2022. "Noi andremo al 2023 con questa legislatura non come dice la narrativa prevalente perché i parlamentari non vogliono andare a casa, cosa peraltro vera, ma il problema è molto più grave perché in questa legislatura scade il mandato del presidente della Repubblica. Il ruolo del presidente della Repubblica è un ruolo chiave".
"Oggi c'è una maggioranza in Parlamento che mette in minoranza i sovranisti, se resta questa maggioranza il prossimo presidente della Repubblica sarà espressione di forze che credono nell'Europa e che non vanno in piazza con Casapound che nega principi costituzione non è nella disponibilità di nessuno ne' del presidente del consiglio, ne' dei leader politici mettere in discussione che questa legislatura abbia il dovere istituzionale di garantire una maggioranza antisovranista e proeuropeista all'elezione del presidente della Repubblica".
Avanti nella legislatura, dunque, e avanti nella costruzione di Italia Viva con il simbolo presentato ieri con scenografia da kolossal. Precisa sul logo Renzi: "Non è un gabbiano, è una spunta, una spunta sulle cose che abbiamo fatto, la spunta di Whatsapp e contemporaneamente un'ala per volare e al tempo stesso restare ancorati alle cose da fare".
E tra le cose da fare c'è l'Opa su Forza Italia che parte esplicitamente dalla Leopolda. "Ieri in quella piazza è finito un modello di centrodestra, Berlusconi per 25 anni ha rappresentato un modello che era chiaramente ancorato al popolarismo europeo e al mondo liberale ieri con la partecipazione di Berlusconi a San Giovanni c'è stato un passaggio di consegne a Salvini. Non è più il centrodestra di Berlusconi, a fronte di questo è evidente il malessere parte dirigenti e militanti ci sia. Oggi cosa vedono di moderato in Salvini? Neanche la pettinatura... a tutti coloro i quali credono ci sia spazio per area liberale e democratica, venite a darci una mano".
E non solo Fi. Dice Renzi: "Noi vogliamo offrire una casa a chi dice no a Salvini e anche a chi dice no all'alleanza organica Pd-M5S. Noi saremo avversari dei 5 Stelle". I dem hanno scelto una strada diversa, argomenta, e noi "saremo competitor del Pd. Noi vogliamo fare quel che ha fatto Macron e che certo non ha avuto il consenso dei socialisti francesi. Vogliamo assorbire larga parte di quel consenso, vogliamo arrivare come minimo sindacale in doppia cifra".