"Nessuna barricata, abbiamo delle idee su come governare il Paese ed è giusto che vengano composte in maggioranza. Il diktat è sull'Iva, sul resto discutiamo tranquillamente, senza che ogni nostra idea sia vista come un ricatto ma anche senza che sia vista come una ricerca di visibilità". Lo ha detto Luigi Marattin, parlando di Quota 100 e della manovra economica.
"Se si dovesse abolire, se ci fosse quella immediata, siamo disposti a prenderci in carico le persone che hanno già firmato accordi per uscire dal mercato del lavoro contando su Quota 100, se si interviene adesso questa persone non sono tante -ha spiegato il vice capogruppo di Italia viva alla Camera-. Se invece si lascia scorrere Quota cento com'è si crea il burrone Salvini". Marattin ha sottolineato ancora: "Se si tratta di aumentare qualche tassa per lasciare Quota cento com'era l'anno scorso abbiamo qualche dubbio, ne discuteremo in maggioranza stasera e vedremo".
"In Italia quando parte una narrazione non si riesce più a fermare. Quota 100 non è stata l'abolizione della Fornero. Salvini non ha neanche sfiorato la Fornero. Quota 100 è una finestra di prepensionamento che dura 3 anni e che è riservata solo ad alcuni... Non è neanche Quota 100, perché è quota 62+38: circa 170.000 persone con 62 anni di età e 38 anni di contributi possono andare in pensione in anticipo per 3 anni", afferma ancora. "E' ingiusta perché compie 62 anni il 31 dicembre 2021 va in pensione a 62 anni. Chi compie 62 anni il 1° gennaio 2022 va a 67 anni. Inoltre si tratta nello stesso modo il grande dirigente e l'operaio che si è spaccato la schiena in fabbrica. E' giusto? Per noi, no. Per fare questo favore ad una generazione di 60enni, si fa un danno ai più giovani".