Levata di scudi contro l'ipotesi dell'ex Mediaset nella redazione del programma Rai
Levata di scudi dei consiglieri Rai sul possibile arrivo di Alessandro Banfi in Rai come capo autore de 'La Vita in diretta'. A quanto si apprende, infatti, sembra che la direttrice di Rai1 abbia individuato proprio il giornalista ex di Mediaset per provare a rilanciare il pomeriggio della rete ammiraglia nel pesante confronto con Barbara D'Urso. Banfi, torinese, classe '59, fedelissimo delle tv di Silvio Berlusconi (è stato tra le altre cose il vice di Mentana al Tg5, condirettore Videonews, conduttore della trasmissione “la versione di Banfi” che non andò troppo bene, Tgcom24, coordinatore Pomeriggio Cinque), come ultima esperienza, è stato a Matrix con Nicola Porro dove ha collaborato come autore da esterno poiché a fine 2017 Banfi è andato in pensione, cogliendo l'occasione di un incentivo. Alla fine di questa stagione, però, non ha rinnovato il contratto di collaborazione col Biscione mentre voci insistenti lo hanno dato in arrivo a Uno Mattina, come capo autore dove invece avrebbe scelto di rimanere Marco Ventura. Di qui forse l'ipotesi di affidargli la redazione de 'La Vita in diretta' (anche se il tam tam parla di una futura conduzione).
"Prendere autori Mediaset come se la Rai non ne avesse - evidenzia la consigliera Rai, Rita Borioni - fa abbastanza ridere, come se l'Azienda non avesse autori interni o autori che storicamente hanno lavorato con la Rai al punto da dover ricorrere alla concorrenza. Per di più - osserva - una simile scelta avverrebbe alla faccia di quel pluralismo culturale che il servizio pubblico dovrebbe rappresentare soprattutto nel momento in cui si parla del cattivo servizio che la Rai farebbe al pluralismo e in cui si minaccia l'abolizione del canone. E poi - dice la Borioni - non basterebbe Banfi per rilanciare il pomeriggio di Rai1, ma servirebbe un Apollo 11 di idee e creatività".
Ma la Borioni non è la sola voce nel Cda Rai a sollevare perplessità. "Si continuano ad assumere esterni in qualità di autori, conduttori di rubriche giornalistiche, registi e scenografi - stigmatizza anche il consigliere Rai Riccardo Laganà - quando siamo chiamati dal contratto di servizio alla valorizzazione del personale interno, anche nell'ottica di una riduzione dei costi". "Purtroppo, invece, si continua nell'anarchia editoriale delle reti che sembrano andare in direzione opposta rispetto a quanto prevede il piano industriale. Mi chiedo - continua Laganà - se possa profilarsi il danno erariale visto che ci sono professionalità interne che vengono costantemente escluse dal processo produttivo, mentre nel contempo non ci si fa alcun problema ad assumere costosi collaboratori, come sarebbe il caso di Alessandro Banfi se diventasse il nuovo capo autore del 'La Vita in Diretta'".
Dichiarazioni nette che sintetizzano il malessere espresso anche ieri dal segretario dell'Usigrai, Vittorio Di Trapani, in occasione della conferenza stampa sul 'giusto contratto' per 250 giornalisti Rai. Anche Di Trapani, infatti, si è detto contrario alla nomina di Banfi perché ancora una volta non si farebbe ricorso alle tante risorse interne che rappresentano il cuore della Rai. Le tensioni sul nome di Banfi sono anche legate a critiche risalenti a tre anni fa quando il giornalista di Mediaset in un'intervista dichiarò che la Rai paga i testimoni di cronaca nonché alle voci di questi giorni riferite a cifre di ingaggio molto alte.