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Conte lasciato 'solo' al Senato da M5S

Il premier inizia a parlare al Senato, quando quasi tutti i parlamentari pentastellati abbandonano l'Aula

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
24 luglio 2019 | 17.33
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Giuseppe Conte lasciato solo dai Cinque stelle. Il premier è al Senato per l'informativa sul Russiagate e mentre inizia a parlare quasi tutti i parlamentari pentastellati lasciano l'Aula. Conte affronta, senza il 'sostegno' del Movimento cinque stelle i fischi e contestazioni che arrivano dai banchi dell'opposizione, il Pd in testa. Vuoti anche i banchi del governo. E' assente, in particolare, il leader della Lega, Matteo Salvini, rimasto al Viminale. Più volte interrotto il capo del governo sbotta: ''Ho detto che nutro rispetto per quest'Aula, certo capisco che il rispetto possa non essere reciproco...''.

Lasciando l'Aula, subito dopo l'informativa sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega, che ha visto gli scranni dei 5 Stelle desolatamente vuoti, il premier è stato 'scortato' fuori dall'emiciclo da Stefano Patuanelli, capogruppo dei senatori del Movimento, ai quali ha platealmente manifestato il suo dissenso. Subito dopo, all'Adnkronos che ha assistito alla scena, Conte ha tentato di sdrammatizzare: "Lite con Patuanelli? Mi sono arrabbiato perché uscendo mi ha fatto lo sgambetto...", ha tagliato corto con un sorriso. Poi, incalzato dalla cronista, ha commentato: "Io rispondo della mia presenza, non dell'assenza altrui". "La sfuriata di Conte? Ma no, quale sfuriata.." dichiara Patuanelli all'AdnKronos. "Ad ogni modo le scelte politiche che per mio tramite il Movimento prende in quest'Aula debbono essere concordate con il nostro capo politico, Luigi Di Maio... E lo dico con tutto il rispetto e la stima che ho, ci mancherebbe, per il presidente''.

Il senatore M5S Mario Michele Giarrusso alla domanda 'ha ancora senso continuare a governare con la Lega?' risponde: "La nostra è una democrazia parlamentare, e quindi i voti vanno cercati in Parlamento" dice all'Adnkronos, aggiungendo che "noi abbiamo il 33% dei parlamentari". Su un'eventuale intesa col Pd, il parlamentare osserva: "Sulla Tav coi dem sarebbe stata la stessa cosa... il problema è sempre quello. E' un nodo da dipanare non da poco". "Quando è nato il M5S 12 anni fa, è nato anche sulle battaglie della Tav. Ricordiamo che Grillo si è beccato una condanna penale in un cantiere della Tav. Oggi doveva essere il giorno in cui la Lega doveva dare spiegazioni, invece è diventata la Caporetto del Movimento" spiega all'Adnkronos Giarrusso, che, come gli altri suoi colleghi di partito, oggi ha disertato l'Aula durante l'informativa del presidente del Consiglio. Alla domanda se il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli debba rassegnare le dimissioni, Giarrusso risponde: "Non si deve muovere da lì".

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