Il vicepremier dopo le parole di Salvini che aveva parlato di "derby fascisti-comunisti": "E' una festa nazionale". Centinaio: "Non vado alla festa, è monopolio di estrema sinistra"
"Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. Non è alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce. Al contrario, cresciamo se diamo forza a certi valori, alla nostra storia. Perché col menefreghismo non si va da nessuna parte". Così su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio che aggiunge: "E poi, concedetemelo, è curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti". "Per carità - sottolinea il leader politico M5S - ognuno la vede come vuole. Il pensiero è libero. Ma io, sia chiaro, voglio anche un'Italia libera, di guardare avanti innanzitutto".
L'affondo del vicepremier pentastellato è nei confronti dell'alleato Matteo Salvini che nei giorni scorsi aveva liquidato la ricorrenza come un "derby fascisti-comunisti, destra-sinistra". "Il ripristino della leva obbligatoria, la contestazione della 194, gli attacchi alle donne, il ritorno al Medioevo non fanno parte dei valori del MoVimento 5 Stelle - sottolinea Di Maio - Il 25 aprile è una festa nazionale della Repubblica italiana. Non è questione di destra o di sinistra, come sento dire, ma di credere in questo Paese. Di credere nell’Italia e di rispettarla. E chi come me ci crede, il 25 aprile lo ricorda!".
A stretto giro la replica del sindaco di Verona. “Di Maio è recidivo. Perché nella sua infinita campagna elettorale deve sempre tirare in ballo Verona? - chiede Federico Sboarina - Festeggi il 25 aprile come vuole, ma senza usare ancora una volta metafore bugiarde. Cosa c'entra il Congresso delle famiglie con la festa del 25 aprile? Mi spiace che la nostra città sia diventata la sua ossessione, quindi per il suo equilibrio e la sua serenità sarebbe meglio che cominciasse a pensare ad altro". "Non si preoccupi più di noi, a Verona conosciamo bene l'importanza dei simboli nazionali, i valori fondanti della patria e l'identità della nostra nazione. Il vicepremier, invece, con le sue dichiarazioni non fa altro che gettare benzina sul fuoco. A 74 anni dalla fine della guerra non è questa la pacificazione nazionale di cui il Paese ha bisogno", conclude Sboarina.
Matteo Salvinida parte sua spiega che il 25 aprile, "per celebrare il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà dell’Italia", sarà "in mezzo alle donne e agli uomini della Polizia di Stato di Corleone (Palermo), per ringraziarli del fatto che ogni giorno rischiano la loro vita per liberare la Sicilia e l’Italia dalla mafia". "Sarà l’occasione per inaugurare la nuova sede del Commissariato di Polizia, al cui ingresso verrà scoperta una targa che ricorda tutte le vittime di mafia e sarà di buon auspicio per le future battaglie: 'Una storia di contrasto al crimine mafioso, presidio di legalità a tutela dei diritti e della civile convivenza'. Onorare il passato preparando un futuro migliore, questo faccio da uomo, da padre e da ministro. Le polemiche le lascio volentieri agli altri”, conclude il leader della Lega.