L'atto costitutivo del 'nuovo' Movimento 5 Stelle, che vede Davide Casaleggio e Luigi Di Maio fondatori della nuova associazione "sancisce la fine della narrazione del Movimento partecipato, nato dai cittadini, e ci introduce alla realtà oligarchica di un partito creato da due persone, di cui una viene nominata capo politico con poteri pressoché assoluti e che poi impone come condizione per la candidatura alle elezioni politiche l'accettazione del nuovo status quo e lo scalzamento della vecchia associazione costituita da Casaleggio sr e Grillo nel 2009 e del non statuto, che era ispirato da una concezione di democrazia integrale". Lo dice all'Adnkronos l'avvocato Lorenzo Borrè, l'uomo che ha dato il via alla battaglia legale contro il M5S, inducendo i vertici del Movimento a dotarsi di nuove regole associative e a intervenire ripetutamente sulla struttura.
L'atto costitutivo, la cui pubblicazione, secondo Borrè, non è casuale ma è collegata "al processo pendente a Genova tra Movimento 5 Stelle del 2009 e Movimento 5 Stelle creato nel dicembre 2017 da Davide Casaleggio e Luigi Di Maio", "segna dunque il sacrificio dei vecchi 'dei' della democrazia partecipata, sostituiti da un pragmatismo volto a consegnare l'egemonia del nuovo partito ad una ristrettissima elite". Il documento in questione non figurava tra quelli pubblicati nel dicembre 2017 sul Blog delle Stelle, quando fu annunciata la 'rivoluzione'.