Dalle pagine de Il Giornale, Silvio Berlusconi torna a criticare l'esecutivo e, soprattutto, a lanciare un messaggio all'alleato di centrodestra Matteo Salvini. Dopo la corsa a tre per le regionali in Abruzzo, il leader di Forza Italia non ha dubbi: "Preferirei - dice - un Salvini in divisa che fa cadere il governo a un Salvini in giacca e cravatta che lo tiene in piedi". Durissimo poi il giudizio del Cav sulla strategia in politica estera portata avanti dalla maggioranza, fra crisi diplomatiche con la Francia, lo stallo sul Venezuela e gli annunci sull'Afghanistan.
"Sarebbe ridicolo - spiega Berlusconi al Giornale - voler far pagare a Macron gli errori di Sarkozy. Non vorrei essere frainteso, le posizioni politiche di Macron sono molto diverse dalle mie, rappresenta una sinistra tecnocratica che è lontana dalle mie idee liberali. Però noi non potremo mai essere dalla parte di chi va con i gilet gialli nelle strade delle città francesi a distruggere le auto, a saccheggiare i negozi, a gettare bottiglie molotov alla polizia, ad assalire gli edifici pubblici. Non siamo sempre dalla parte dello Stato, non della sovversione violenta. Se Di Maio - da vicepremier - appoggia questi personaggi e questi comportamenti la reazione francese è del tutto comprensibile".
"Con la Francia - aggiunge Berlusconi - abbiamo diversi punti di disaccordo, dalla gestione dell’immigrazione all’ospitalità concessa a pluricondannati italiani. Però è ridicolo e pericoloso pensare di risolverli con una prova di forza che ci isola ancora di più in Europa e dalla quale abbiamo tutto da perdere".
"Un'autentica vergogna", invece, la posizione assunta dall’Italia sulla crisi venezuelana. "Maduro - sottolinea il leader di Fi - ci ha addirittura ringraziato perché siamo l’unico Paese europeo a non aver preso le distanze da uno degli ultimi dittatori comunisti nel mondo. Peggio, abbiamo impedito all’Europa - perché ci vuole l’unanimità - di riconoscere il nuovo presidente provvisorio Guaidò legittimamente eletto dal parlamento democratico. Al Parlamento europeo solo i rappresentanti di Forza Italia e pochi altri hanno appoggiato la risoluzione che sconfessava Maduro. Gli altri, Cinquestelle, Lega, molti del Pd, si sono astenuti".
"Quel ringraziamento di Maduro all’Italia, che ha portato a una gravissima crisi il suo popolo, incarcerato i suoi nemici, fatto fuggire milioni di venezuelani, tanti dei quali di origine italiana, mi ha fatto vergognare profondamente, come italiano e come uomo libero. Per la prima volta - continua Berlusconi - l'Italia si è posta fuori dall’Occidente in una grande scelta di politica internazionale. Capisco che i Cinquestelle difendano Maduro; il Venezuela di oggi somiglia ai futuro che vorrebbero per l’Italia,ma che questa diventi la posizione del governo italiano è una condizione del tutto inaccettabile. Martedì in Parlamento cercheremo di imporre al governo con il voto un cambio di linea e l’immediato riconoscimento del Presidente venezuelano legittimo".
E sull'Afghanistan, "annunciare per il ritiro in modo estemporaneo, all’insaputa persino del ministero degli Esteri, significa mortificare l’onore nazionale e mancare di rispetto ai nostri ragazzi che rischiano la vita per la pace. In Afghanistan, negli anni, sono caduti più di cinquanta nostri militari, e un ministro del nostro governo vorrebbe risolvere la questione con una battuta alle agenzie di stampa".