di Mara Montanari
Zingaretti-Martina. La sfida torna bipolare nel Pd. E la possibilità che uno dei candidati superi il 50% ai gazebo torna ad essere concreta. I renziani, il grosso dell'area, ha deciso di appoggiare la candidatura di Martina. Stiamo parlando di Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, Andrea Marcucci, Antonello Giacomelli tra gli altri. Il gruppo dirigente della stagione renziana, insomma. Un passaggio in grado di modificare gli equilibri del congresso fin qui. "Diciamo che la candidatura Martina ora diventa più competitiva", dice un big che sta seguendo la trattativa per la convergenza sull'ex-segretario dem. Nelle prossime ore si capirà quanti, oltre ai parlamentari, tra i sindaci e i presidenti di regione che si erano schierati con Marco Minniti decideranno di spostarsi su Martina. Oggi c'è stato un primo contatto tra Martina e Guerini. "Sintonia su molti punti" e "disponibilità ad approfondire". In serata o più probabilmente domani, si riferisce all'Adnkronos, l'annuncio dell'appoggio a Martina. Probabilmente vi saranno liste di area, ma forse non in tutte le regioni. E un coordinamento 'allargato' a esponenti renziani. C'è poi il ruolo di presidente del Pd che Martina vorrebbe per una donna che potrebbe finire nella trattativa.
Tra i renziani, però, alcuni non hanno condiviso la scelta di andare su Martina. Lo hanno detto in chiaro durante l'assemblea dei parlamentari d'area oggi alla Camera: Roberto Giachetti, Anna Ascani, Luciano Nobili, Stefano Ceccanti, Andrea Romano. E nel tardo pomeriggio arriva l'ufficializzazione di una nuova candidatura: Giachetti con Ascani. Il ticket degli 'irriducibili'. "Vogliamo dare una casa a chi tra di noi non si riconosce nè in Martina nè in Zingaretti". Ma la candidatura rischia di durare meno di 24 ore se domani alle 18 non verranno depositate almeno 1500 firme tra gli iscritti o il 10% dei delegati dell'assemblea nazionale. Intanto dalle parti di Zingaretti si ostenta ottimismo nonostante l'apporto dei renziani renda più competitiva la candidatura Martina. "Tutti contro Zingaretti? Semmai i renziani contro Zingaretti...". E' il commento di fonti parlamentari della mozione del presidente della Regione Lazio. "E' chiaro che la candidatura di Martina con Lotti, Guerini, Rosato, Marcucci e via dicendo -continuano le stesse fonti- diventa ancora di più in continuità con la stagione Renzi. Già c'erano Delrio e Richetti, ora la caratterizzazione è ancora più netta... E di conseguenza, è chiaro che il candidato del cambiamento -continuano le stesse fonti- è uno solo, è Nicola. Per noi questo diventerà uno degli asset della campagna congressuale". Oggi Cesare Damiano ha ritirato la candidatura per convergere su Zingaretti.
Matteo Renzi da parte sua continua a tenersi distante dal congresso. Stasera, ospite di Porta a Porta, ha chiarito che non intende fare un suo partito ma nemmeno interessarsi del congresso dem. Nè da candidato: "Io sono fuori, quello è il giorno della marmotta, è andato, è stata una pagina bellissima ma quello che mi fa fare politica è il futuro, non il passato: con tutto l'affetto per il Pd, mi interessa il futuro dell'Italia". Nè da capocorrente: Giachetti-Ascani candidati al Congresso? "Ho rispetto per tutti, in bocca al lupo a tutti i candidati, ma non faccio discussioni da capo corrente". Quindi sull'ipotesi di lasciare il Pd per fondare un nuovo partito: quello del mio partito "e' un tema che non è minimamente all'ordine del giorno. Io punto al 51% non con un partito ma con le persone che non credono a questo governo".
La lettura di un Martina 'renzizzato' data dai sostenitori di Zingaretti, viene ovviamente respinta e fonti parlamentari vicine all'ex-segretario dem sottolineano come ''le reazioni di alcuni esponenti vicini a Nicola Zingaretti sono scomposte e inutilmente polemiche". "La verità -argomentano- è che la candidatura di Maurizio Martina dimostra ogni giorno di essere sempre più in grado di unire e garantire che il partito non salti. Con la sua proposta di cambiamento e unità delle forze può lavorare a una nuova prospettiva di sinistra, moderna, necessaria per essere veramente alternativi alla destra''. Lo stesso Martina poi, lasciando Montecitorio, ha sottolineato: "Noi ci siamo candidati rompendo i vecchi schemi del passato per unire, aprire e rilanciare il Pd e la sua missione per l'Italia. Chi ha idee è benvenuto, chi vuole fare polemiche sterili guardando solo al passato no''.