Slitta da lunedì a martedì l'approdo in Aula alla Camera della manovra. E' la richiesta emersa al termine della riunione dell'Ufficio di presidenza della commissione Bilancio alla Camera che sarà formalizzata dalla capigruppo.
Nel corso dell'incontro è stato inoltre fissato alle 9 di sabato il termine per la presentazione degli emendamenti da parte del governo, che tuttavia a questo punto è probabile vengano eventualmente trasmessi attraverso i relatori alla manovra.
Dopo l'approdo alla Camera, con l'inizio della discussione generale, dal giorno dopo le votazioni; anche se il governo potrebbe porre la questione di fiducia, come annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. "L'Italia non è un rischio per nessuno" ha detto il premier Giuseppe Conte, a Buenos Aires per il G20, a chi gli chiedeva un commento sulle valutazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.
"Le reazioni dei mercati finanziari non ci lasciano indifferenti, lo spread ancora alto è questione che non mi trova distratto. Noi stiamo lavorando perché questa situazione venga superata, per abbassare lo spread e per realizzare la manovra in un clima di fiducia con i mercati e con gli investitori" ha detto ancora Conte sottolineando di essere " d'accordo con il presidente Mattarella: dobbiamo tenere i conti in ordine. La stabilità della finanza pubblica è fondamentale, noi lavoriamo per l'interesse degli italiani, non per compromettere l'interesse degli italiani. E' una premura di cui il governo si fa carico". A proposito del fatto che Matteo Salvini ha parlato del 2,2% di deficit/pil, ha commentato: "Non parlo di decimali, mi darete atto che sono coerente, non ho mai parlato di decimali e continuo a non farlo".
A dirsi convinto che "con l'Ue un accordo lo troveremo, a noi non interessa litigare con Bruxelles e penso che neanche a Bruxelles interessi mandare gli ispettori e i commissari in giro per l'Italia" è anche il vicepremier Matteo Salvini il quale sottolinea che "non è nei dieci comandamenti della Bibbia che ci sia il 2,4%", rispondendo a Bruno Vespa che gli chiede se si arriverà al 2,2%, durante la registrazione di Porta a Porta.
Avanti iter Ue verso procedura - Prosegue nel frattempo l'iter verso la possibile apertura di una procedura per deficit eccessivo legata al debito. Il Comitato Economico e Finanziario (Efc in gergo comunitario), organismo del Consiglio Ue, ha appoggiato la conclusione cui è giunta la Commissione europea nel rapporto ex articolo 126.3 sul debito pubblico dell'Italia, diffuso il 21 novembre scorso, secondo la quale una procedura (Edp nel gergo della 'bolla' bruxellese) è "giustificata", si apprende da fonti Ue.
Il passaggio nell'Efc (tecnicamente si tratta dell'articolo 126.4 del Trattato sul Funzionamento dell'Ue) era previsto, come pure il fatto che il Comitato concordasse con le conclusioni cui è giunta la Commissione europea: l'Eurogruppo aveva addirittura diffuso una nota per sottolineare l'appoggio degli Stati membri alla decisione dell'esecutivo di rigettare la prima versione della manovra, poi ripresentata dall'Italia senza le modifiche "sostanziali" chieste dall'Ue. Ora il prossimo passo spetta alla Commissione europea, che dovrebbe approvare un'opinione sull'esistenza di un deficit eccessivo e fare una proposta sull'esistenza dello stesso al Consiglio, cui spetta decidere. Allo stato, le decisioni della Commissione sono attese nel collegio di mercoledì 19 dicembre, prima della pausa natalizia.