Il segretario di Stato Usa: "Vaticano mette in pericolo la sua autorità morale, se dovesse rinnovarlo"
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha chiesto al Vaticano di non rinnovare l'accordo con la Cina, affermando che, se lo facesse, metterebbe a rischio la sua autorità morale. ''Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi. Eppure gli abusi sui fedeli da parte del Partito comunista cinese sono solo peggiorati. Il Vaticano mette in pericolo la sua autorità morale, se dovesse rinnovare l'accordo'', ha scritto Pompeo in un tweet.
In una dichiarazione pubblicata su 'First Things' Pompeo ha anche criticato la decisione della Santa Sede di "legittimare" sacerdoti e vescovi cinesi che erano nel Partito comunista cinese. ''Il Dipartimento di Stato è stata una voce forte per la libertà religiosa in Cina e nel mondo e ha preso provvedimenti per ritenere responsabili coloro che abusano dei fedeli. Continueremo a farlo e staremo dalla parte dei cattolici e dei fedeli cinesi. Chiediamo al Vaticano di unirsi a noi'', ha scritto Pompeo in un altro tweet.
Nell'intervento su 'First Things' Pompeo ha sottolineato che ''la situazione dei diritti umani in Cina si è gravemente deteriorata sotto il dominio autocratico di Xi Jinping, soprattutto per i credenti'', citando ''sterilizzazioni forzate e aborti dei musulmani nello Xinjiang'' oltre che ''l'abuso di preti e laici cattolici'' e ''l'assalto alle chiese protestanti''. Una campagna che, secondo Pompeo, ha come obiettivo quello di ''subordinare Dio al Partito, promuovendo lo stesso Xi come una divinità ultraterrena''.
Per questo, ''ora più che mai il popolo cinese ha bisogno della testimonianza morale e dell'autorità del Vaticano a sostegno dei credenti'', scrive il segretario di Stato Usa, ricordando che ''diplomatici vaticani si incontrano questo mese con i loro omologhi del Partito comunista cinese per negoziare il rinnovo di un accordo provvisorio di due anni tra Santa Sede e Cina''.
Accordo che era stato firmato nel 2018, ma che ''a due anni di distanza è chiaro che l'accordo sino-vaticano non ha protetto i cattolici dalle depredazioni del Partito, per non parlare del trattamento orribile del Partito nei confronti di cristiani, buddisti tibetani, devoti del Falun Gong e altri credenti'', ha proseguito Pompeo, affermando che ''le autorità comuniste continuano a chiudere le chiese, spiare e molestare i fedeli e insistono sul fatto che il Partito è l'autorità suprema negli affari religiosi''.
Inoltre Pompeo afferma che Papa Francesco ha detto nel 2013 che "i cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce come fece Gesù". Ma ''la storia ci insegna che i regimi totalitari possono sopravvivere solo nell'oscurità e nel silenzio, se i loro crimini e la loro brutalità restano inosservati e ignorati. Se il Partito Comunista Cinese riuscirà a mettere in ginocchio la Chiesa cattolica e le altre comunità religiose, i regimi che disprezzano i diritti umani saranno incoraggiati e il costo della resistenza alla tirannia aumenterà per tutti i coraggiosi credenti religiosi che onorano Dio al di sopra dell'autocrate del giorno'', ha dichiarato Pompeo.
''Mi auguro che, trattando con il Partito Comunista Cinese, la Santa Sede e tutti coloro che credono nella scintilla divina che illumina ogni vita umana, prestino ascolto alle parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni: 'La verità vi renderà liberi'", ha concluso.