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Gas, Erdogan: "Chi ci attacca pagherà un caro prezzo"

Il presidente turco si dice pronto al dialogo con la Grecia ma lancia un avvertimento. La preoccupazione del Pentagono. Sereni: "Serve confronto franco con la Turchia, solidali con Grecia e Cipro"

(Afp)
(Afp)
13 agosto 2020 | 18.45
LETTURA: 4 minuti

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si dice pronto al dialogo con la Grecia, ma avverte anche che pagherà "un caro prezzo" chiunque dovesse attaccare la nave turca che sta conducendo delle esplorazioni nelle acque del Mediterraneo orientale. "Abbiamo detto che se attaccate la nostra Oruc Reis pagherete un caro prezzo", ha detto Erdogan durante un discorso ad Ankara senza fornire ulteriori dettagli.

La Turchia "non insegue avventure" nel Mediterraneo orientale e l'unico modo per risolvere le dispute con la Grecia sulle esplorazioni di risorse energetiche è attraverso il dialogo, aveva ribadito in precedenza il presidente turco parlando davanti ai membri del suo partito, l'Akp. "Il percorso per una soluzione nel Mediterraneo orientale è attraverso il dialogo e il negoziato - ha sottolineato - Non stiamo seguendo alcuna avventura non necessaria o cercando tensioni".

LA PREOCCUPAZIONE DEL PENTAGONO - Il Pentagono ha espresso "preoccupazione" per quanto sta avvenendo nel Mediterraneo orientale, dove oggi si sono tenute esercitazioni navali congiunte tra la Francia e la Grecia in risposta alle esplorazioni condotte dalla Turchia. Jonathan Hoffman, portavoce del dipartimento alla Difesa, ha detto che le Forze armate americane "sono molto preoccupate per gli incidenti nel Mediterraneo orientale".

La Francia e la Turchia, ha sottolineato, sono "entrambi alleati estremamente importanti della Nato e noi vorremmo vedere diminuire le tensioni, noi vorremmo dunque che continuassero a cooperare e a trovare soluzioni che non implichino la necessità di avere navi da guerra o aerei dispiegati in un ambiente meno che cooperativo".

LA POSIZIONE DELL'ITALIA - Alla vigilia della riunione straordinaria dei capi delle diplomazie dei 27, la vice ministra degli Esteri Marina Sereni ha spiegato qual è la posizione del nostro governo. L'Italia "è preoccupata per l'escalation della tensione" nel Mediterraneo orientale a causa della disputa da Atene e Ankara sulle risorse energetiche, ritiene "necessario un confronto franco con la Turchia ed è solidale con Grecia e Cipro" dice Sereni auspicando che su questo dossier, come su altri, l'Ue si mostri unita.

"Siamo preoccupati, come tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per un'escalation della tensione che consideriamo negativamente, che è pericolosa in un quadro già sufficientemente complesso - afferma Sereni all'Adnkronos - sia per l'emergenza Covid che per la crisi libica". In questo contesto, "abbiamo ritenuto e riteniamo che sia molto importante che l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell abbia convocato un Cae straordinario, che avrà all'ordine del giorno, insieme all'altra vicenda molto preoccupante della Bielorussia, anche questa del Mediterraneo orientale".

L'Ue, sottolinea la vice ministra, "non può che essere solidale con la Grecia e con Cipro: noi, al pari di altri, siamo interessati a difendere i nostri interessi energetici nell'area, ma siamo soprattutto interessati a una de-escalation".

Ed è a questo che sta lavorando la diplomazia, come dimostra il colloquio telefonico di oggi tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il collega turco Mevlut Cavusoglu, durante il quale è stato ribadito l'impegno dell'Italia a facilitare il dialogo fra le parti, "perché solo con il dialogo si possono affrontare questioni così complesse, chiedendo a tutti gli attori il massimo della moderazione", sostiene Sereni. Che esorta ad "avere uno sguardo di insieme: il dialogo con la Turchia è un punto essenziale, che riguarda la Libia, ma riguarda complessivamente la stabilità e la sicurezza nel Mediterraneo". E "il confronto deve essere franco - dice la vice ministra - mettendo sul tavolo tutti i punti di tensione ma anche l'agenda positiva" del rapporto con Ankara, con cui "non abbiamo mai nascosto i punti di criticità e di difficoltà".

Anche rispetto alla Libia e al sostegno della Turchia al governo di Tripoli, che ci vede su posizioni coincidenti, Sereni ricorda che "noi molto spesso abbiamo discusso con Ankara, abbiamo espresso le nostre perplessità sull'accordo tra la Turchia ed il governo di accordo nazionale libico" sui confini marittimi, salvo "al tempo stesso riconoscere che un attore come la Turchia debba essere pienamente coinvolta nei negoziati sul cessate il fuoco e sull'embargo sulle armi".

Ma l'Ue è 'ostaggio' di Ankara? "Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è consapevole del ruolo che ha conquistato e che sta svolgendo in questo momento: più l'Europa sarà unita e capace di interlocuzione con la Turchia, migliori saranno i risultati". "Stiamo lavorando" a questo obiettivo, conclude Sereni, ribadendo che "il nostro punto di partenza e la nostra priorità è avere condizioni per una de-escalation della tensione".

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