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Michel: "Italia guardata con distacco, ma ha indicato la via"

Il presidente del Consiglio europeo: "Gli italiani si aspettano soluzioni, serve coraggio"

(Afp)
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13 giugno 2020 | 13.52
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All'inizio della pandemia di coronavirus l'Italia è stata guardata "con distacco", ma, quattro mesi dopo i primi casi, "sappiamo che sono state le autorità italiane a indicare la via da seguire ed i cittadini italiani a dare l'esempio". Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel recita un nuovo mea culpa con l'Italia, travolta dalla pandemia, nel corso del suo intervento alla sessione inaugurale degli Stati generali, in collegamento video da Bruxelles.

"Prima di tutto - esordisce - voglio rendere omaggio all'Italia, che, in questa fase della crisi senza precedenti che il mondo sta attraversando, indica la strada agli altri Paesi europei, così come ha fatto all'inizio della pandemia. È vero che, per un momento, il resto dell'Europa ha guardato all'Italia e al propagarsi del virus con incredulità, forse persino con distacco".

"Ma oggi sappiamo - riconosce Michel - che sono state le autorità italiane a indicare la via da seguire, con misure successivamente replicate dagli altri governi. E sono stati soprattutto i cittadini italiani a dare agli altri europei l'esempio di una disciplina, di una resistenza e di un coraggio che hanno permesso di arrestare progressivamente la propagazione dell'epidemia. In questo senso, possiamo dire che gli altri europei sono stati tutti italiani".

Il presidente del Consiglio europeo ricorda che "non tutti i Paesi sono stati tanto colpiti quanto l'Italia: tuttavia, se molti hanno retto meglio, è innanzitutto perché l'Italia è stata la prima a essere duramente colpita. Il dramma dell'Italia, e in seguito della Spagna, ha reso consapevole il resto dell'Europa, spingendolo ad adottare più rapidamente misure drastiche. Non dovremo dimenticare che, probabilmente, il sacrificio dell'Italia ha salvato indirettamente vite umane nel resto d'Europa".

"I cittadini si sono mostrati all'altezza della situazione. E ora spetta a noi leader politici mostrarci all'altezza della sfida rappresentata dalla ripresa", esorta quindi Michel.

A cinque giorni dal primo vertice Ue che dovrà discutere della proposta di Recovery plan da 750 miliardi presentata dalla Commissione europea, il presidente del Consiglio europeo avverte che i negoziati a 27 saranno "irti di difficoltà". "Come prima osservazione - dice in collegamento video da Bruxelles - vorrei mettere tutti in guardia dal sottovalutare la difficoltà dei negoziati che stanno per iniziare".

"Si tratta di una proposta sotto molti aspetti inedita per natura e portata - sottolinea Michel - Ma c'è ancora strada da fare. Come sapete, su vari punti chiave del progetto esistono divergenze significative: sulla dotazione globale, sulla ripartizione tra prestiti e sovvenzioni, sui criteri di distribuzione delle risorse finanziarie, sulle condizioni di assegnazione dei fondi".

Secondo il presidente del Consiglio europeo, "ora più che mai, questi negoziati sono irti di difficoltà, poiché costringono tutti gli Stati membri a riconsiderare determinati principi cui sono fedeli da così lungo tempo".

"Per il buon esito di simili negoziati, tutti i partecipanti dovranno sforzarsi di guardare e comprendere le cose dal punto di vista degli altri, e quindi accettare di mettere in discussione i propri preconcetti - esorta Michel - Non tutti condividono la stessa interpretazione di cosa sia nel concreto la solidarietà. Così come non tutti sono istintivamente d'accordo sulle implicazioni pratiche che derivano necessariamente dal principio di responsabilità. Potremo riuscire solo se sia gli uni che gli altri faranno lo sforzo di mettersi nei panni dei rispettivi interlocutori".

"Il processo di allineamento verso un accordo è cominciato, ma la strada è ancora lunga e piena di ostacoli: questo deve essere chiaro a tutti", scandisce.

Il lavoro che il governo avvia oggi con gli Stati generali "è fondamentale, gli italiani si aspettano delle soluzioni", per le quali servono "coraggio e responsabilità". "Spetterà a ciascuno di noi decidere quale strada imboccare e come conseguire gli obiettivi - sottolinea - Il piano europeo di ripresa a cui stiamo lavorando non sostituirà i piani nazionali, tutt'altro: li dovrà rafforzare. Per questo motivo, caro Giuseppe, care amiche e cari amici, il lavoro che avviate qui è fondamentale".

"E lo è doppiamente - spiega il presidente del Consiglio europeo - Soprattutto e innanzitutto, perché è evidente che costituisce un'urgenza per gli italiani, che si aspettano delle soluzioni. In qualità di ex primo ministro belga so che non è facile realizzare riforme e trasformazioni. È necessario avere una volontà di ferro, incrollabile, e coinvolgere costantemente i cittadini nei nostri processi democratici".

"Ma questo piano europeo di ampio respiro che, ne sono convinto, dobbiamo mettere in atto può anche rappresentare un'occasione unica per l'Italia - conclude Michel - l'occasione di realizzare le trasformazioni indispensabili per un avvenire più stabile, in Italia e in Europa. Diamo tutti prova di coraggio e responsabilità".

"In quest'impresa di solidarietà a 27, più saremo ambiziosi e coraggiosi a livello nazionale, maggiore sarà la forza che imprimeremo al progetto europeo - insiste infine Michel - La solidarietà non è una strada a senso unico: da una parte, presuppone la mobilitazione di risorse per sostenere le regioni e i settori maggiormente colpiti; dall'altra, significa anche realizzare le trasformazioni indispensabili per rafforzare ciascuno Stato membro, e quindi l'Unione europea nel suo complesso. Rafforzare l'Italia significa rafforzare anche l'Europa".

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