L'incontro, iniziato ieri alle 16, riprenderà domani. Si devono decidere le misure necessarie ad affrontare le conseguenze socio-economiche della pandemia di Covid-19. In maggioranza d'accordo sul fondo per la ripresa, proposto dalla Francia
Dopo 16 ore di trattative l'Eurogruppo è stato sospeso, senza un accordo sulle misure necessarie ad affrontare le conseguenze socioeconomiche della pandemia di Covid-19. E, sempre in videoconferenza, riprenderà domani.
"La conferenza stampa prevista per le 10 di stamani dovrà essere cancellata, dato che la riunione è stata sospesa e continuerà domani. I dettagli verranno annunciati più tardi", ha comunicato il portavoce del presidente dell'Eurogruppo, Luis Rego. Vari ministri avevano impegni nei rispettivi Paesi nella giornata di oggi, quindi la riunione, che è andata avanti per tutto il pomeriggio di ieri, la sera, la notte e nelle prime ore di questa mattina, è stata aggiornata.
Il principale ostacolo sulla strada di un accordo nell'Eurogruppo sarebbe la condizionalità legata alle Eccl, le linee di credito a condizioni rafforzate, del Meccanismo Europeo di Stabilità, condizionalità che i Paesi nordici (Olanda, Finlandia e Austria) vorrebbero a due stadi (prima leggera, poi riforme per aumentare la competitività). ltalia, Spagna e altri Paesi non vogliono alcuna condizionalità legata all'utilizzo delle risorse del Mes (del quale l'Italia è il terzo sottoscrittore, dopo Germania e Francia). Lo apprende l'Adnkronos da fonti diplomatiche Ue. Il resto delle questioni sul tappeto è di rilievo minore rispetto al Mes.
A quanto si apprende, il lungo negoziato è stato abbastanza acceso; l'Italia e gli altri Paesi favorevoli ai coronabond hanno tenuto le posizioni sul fondo per la ripresa, proposto dalla Francia. Su questo punto le posizioni si sono ravvicinate, ma senza un accordo sul Mes tutto potrebbe essere rimesso in discussione, perché nel pacchetto di misure tutto si tiene. Vedremo domani se i ministri riusciranno a trovare un accordo, prima di passare la palla ai capi di Stato e di governo, che potrebbero riunirsi di nuovo dopo Pasqua.
La a condizionalità legata alle Eccl (Enhanced Conditions Credit Lines, linee di credito a condizioni rafforzate) del Mes è un argomento diventato politicamente molto sensibile in Italia, anche se il nostro Paese non è l'unico ad avere problemi con questo aspetto. A quanto si apprende a Bruxelles, mentre all'inizio della riunione c'erano differenze importanti tra gli Stati membri su tutti e quattro i temi sul tavolo (piano Bei per imprese, piano Sure per la tutela dell'occupazione, ruolo del Mes, fondo per la ripresa), nel corso dell'incontro per quasi tutte si è trovato un accomodamento. Alla fine, si è andati molto vicini ad avere un accordo, ma la condizionalità annessa alle linee di credito Eccl del Mes si è rivelato un punto ostico e non si è trovato un accordo sulla formulazione della relativa parte di testo nelle conclusioni o nella dichiarazione finale.
L'accordo raggiunto conserva le cifre annunciate dalla Bei, cioè 25 mld di euro di fondi di garanzia, per un volume di finanziamenti di 200 mld di euro (fino a pochi giorni fa la Germania spingeva per un volume assai più ridotto, 50 mld, ma questa resistenza, oscurata dal dibattito sui coronabond, è caduta). Il piano sarà destinato a tutte le imprese, con un focus particolare sulle pmi. Sul piano Sure, proposto dalla Commissione per sostenere con 100 mld di prestiti a tasso agevolato agli Stati i rispettivi programmi volti a consentire alle imprese di tenere i dipendenti in tempi di ricavi congelati (cassa integrazione, Kurzarbeit, chomage, eccetera), quasi tutte le difficoltà sono state superate.
Il solo problema rimasto aperto è l'obiettivo dello schema: per la maggior parte dei Paesi membri dovrebbe focalizzarsi sugli schemi a tutela dell'occupazione. Ma per un paio di Stati c'è la preoccupazione che questa missione possa essere percepita come un meccanismo comune di assicurazione contro la disoccupazione, cosa che provocherebbe problemi interni. Questi Paesi spingono dunque per mascherare un poco, linguisticamente, la missione di Sure. Si tratta di un problema di linguaggio, più che di sostanza politica, e allo stato non viene considerato un grosso ostacolo.
"Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’#Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all'altezza della sfida del #COVID19. È il momento della responsabilità comune, della #solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise", ha scritto su Twitter il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.