La replica del giornalista: "'Porta a porta' ha sempre difeso le donne"
"E' fortunata, perché è sopravvissuta. Tante donne vengono uccise". I social si infiammano per l'intervista condotta martedì sera da Bruno Vespa a Lucia Panigalli, sopravvissuta a un tentativo di omicidio da parte dell'ex compagno. Telespettatori, associazioni femministe e utenti criticano il giornalista per le frasi e i toni utilizzati durante la conversazione.
"Dal minuto.01,08, 56 Bruno Vespa intervista la signora #LuciaPanigalli vittima di un tentativo di.omicidio da parte del ex compagno. Il tono dell"intervistatore tra risolini, negazioni, battutine è semplicemente intollerabile. Questo non è giornalismo, questa è spazzatura", scrive l'associazione Non Una Di Meno.
"Mi vergogno profondamente che non siano stati ancora presi provvedimenti per questa intervista indegna. Vespa ha offeso tutte le donne vittime di violenza, che vivono in un paese misogino, sessista e patriarcale", attacca su Facebook Beatrice Brignone, segretaria di Possibile. "Siamo nel 2019 e ancora dobbiamo assistere alla colpevolizzazione delle vittime, come nei processi di 50 anni fa, con l'aggravante che tutto questo accade in televisione e attraverso un servizio pubblico, che noi cittadini paghiamo", commenta un utente. Mentre in molti chiedono che vengano presi "provvedimenti".
Durissimo poi il commento del giornalista Lorenzo Tosa, che conta in poche ore più di 21 mila condivisioni. "L'uomo che allarga le braccia sorridente si chiama Bruno Vespa, di mestiere fa il giornalista del Servizio pubblico sulla principale rete televisiva italiana", si legge nel post che ripercorre quanto subito dalla donna "massacrata a sangue, a pugni e a coltellate, da un uomo col volto coperto, il suo ex, che non ha mai perdonato a Lucia di essere stato lasciato".
Tosa riporta poi le frasi del conduttore: Lucia "è fortunata, perché è sopravvissuta". "Lui è innocente". "Era così follemente innamorato di lei da non volerla dividere se non con la morte". "E via, sempre più giù, in un abisso di superficialità e orrore che culmina nella frase della vergogna: "Signora, se avesse voluto ucciderla, lo avrebbe fatto". Il tutto condito da continui ghigni e risolini e con un tono di squallido, viscido paternalismo con cui non si tratta una bambina di sei anni, figuriamoci una donna vittima di un tentato omicidio che vive nel terrore costante di essere ammazzata". "Se questo è il Servizio pubblico, se questo è un giornalista, se questa è un'intervista normale, allora cominciamo una volta per tutte ad avere il coraggio di dire in faccia alle donne: non denunciate. Perché non vi crederemo. Perché non è violenza, non è odio, non sono (tentati) femminicidi. È solo 'troppo amore'. Benvenuti in Italia. E non c’è nulla da ridere".
"Non riesco a togliermi dalla testa gli occhi di questa donna - ha scritto più tardi il giornalista nei commenti - palesemente a disagio che tentava di reagire, di opporsi, di ribellarsi a questa faciloneria, a questi insulti, inerme, intimidita di fronte al “grande” giornalista nel grande studio. E a un certo punto quasi sembrava scusarsi se ha denunciato, se la sua vita è distrutta, scusarsi di non essere stata ammazzata. E niente, mi ha lasciato addosso un senso di ingiustizia, una compassione infinita. Io una cosa così non la voglio mai più vedere. E invece è la normalità".
Vespa replica in una nota alle accuse: "Sono sorpreso e indignato da alcune reazioni alla mia intervista di ieri sera alla signora Lucia Panigalli. Se c'è una trasmissione che dalle sue origini si è fatta portavoce della tutela fisica e morale delle donne vittime di violenza questa è 'Porta a porta'. Abbiamo invitato la signora proprio perché il suo caso è clamoroso e allo stato la legislazione non è in grado di proteggerla in maniera adeguata. E' gravissimo che si voglia estrapolare una frase da un dialogo complessivo di grande solidarietà e rispetto. La risposta migliore a queste calunnie sono i ringraziamenti che abbiamo ricevuto dalla signora e dal suo avvocato".