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15 anni di carcere per stupro che scioccò la Spagna

Anche le suore di clausura avevano manifestato solidarietà alla vittima

(Immagine di repertorio Fotogramma)
(Immagine di repertorio Fotogramma)
21 giugno 2019 | 19.56
LETTURA: 2 minuti

Il Tribunale Supremo spagnolo ha riconosciuto il reato di stupro di gruppo nel caso de "la Manada" che l'anno scorso sconvolse la Spagna, con proteste di donne in tutto il paese. I cinque imputati dovranno scontare 15 anni di carcere e non più soltanto nove, come aveva stabilito la scorsa primavera una corte della Navarra, affermando che si era trattato soltanto di un abuso sessuale perchè non vi erano state anche violenze fisiche. La sentenza di oggi, che è definitiva, ha riconosciuto "lo scenario intimidatorio" dei fatti, spiegando che anche se la vittima non si è difesa non ha mai acconsentito agli atti sessuali, riferiscono i giornali spagnoli.

Lo stupro ai danni di una diciottenne madrilena era avvenuto nel 2016 durante la festa di San Firmin a Pamplona. La giovane era stata trascinata nell'androne di un palazzo da cinque giovani che hanno abusato di lei una diecina di volte, facendo anche riprese con il cellulare. I cinque sivigliani facevano parte di uno stesso gruppo WhattsApp chiamato "la Manada" (il branco). E in tribunale aveva detto che la ragazza era consenziente perchè non si era difesa.

La sentenza della primavera scorsa aveva sollevato proteste in tutta la Spagna, con manifestazioni in varie città. Anche le suore di clausura del convento delle carmelitane scalze di Hondarribia avevano diffuso un messaggio di solidarietà con la vittima. L'allora governo del conservatore Mariano Rajoy aveva convocato una commissione di giuristi per valutare l'abolizione della distinzione fra il reato di abuso sessuale e quello di stupro. Commissione che era poi partita fra le polemiche, dato che inizialmente era composta solo da uomini.

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