L'Italia è tra gli otto Paesi esentati temporaneamente dal rispetto delle sanzioni all'Iran. Ad annunciarlo è stato il segretario di Stato americano Mike Pompeo, precisando che gli altri otto Paesi sono Cina, India, Grecia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Turchia.
A quanto si apprende, il governo italiano commenta così la decisione dell'amministrazione Trump: è una soluzione che non arriva per caso, frutto dell'eccellente stato dei rapporti tra Italia e Usa. Si tratta di una notizia positiva per le nostre imprese.
A partire da oggi, 5 novembre, l'Amministrazione Trump ripristina la seconda, pesantissima, tranche di sanzioni secondarie contro Teheran dopo quella del 6 agosto. Tre mesi fa erano stati colpiti l'acquisto di dollari da parte del governo iraniano, il commercio in oro o metalli preziosi, le transazioni significative riguardanti l'acquisto o la vendita di rial. Nel mirino stavolta finiscono soprattutto il petrolio e la Banca Centrale.
Le misure restrittive contro la Repubblica islamica erano state rimosse a seguito dell'accordo sul programma nucleare di Teheran firmato nel luglio 2015 dal governo iraniano e dalle potenze del gruppo '5+1' (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania). L'intesa, tuttavia, è stata aspramente criticata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che a maggio scorso ha annunciato l'uscita dal patto e il ripristino delle sanzioni contro gli ayatollah.
ROHANI: CON USA È 'GUERRA ECONOMICA' - L'Iran ''bypasserà con orgoglio le sanzioni'' imposte dagli Stati Uniti sui settori finanziario e petrolifero, ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, che in un discorso trasmesso dalla televisione di Stato ha annunciato: ''Noi aggireremo con orgoglio le vostre sanzioni illegali e ingiuste, che sono contrarie alle regolamentazioni internazionali''. ''Siamo in una situazione di guerra economica, abbiamo a che fare con una potenza prepotente - ha scandito Rohani - Dobbiamo resistere per vincere. Non penso che nella storia dell'America prima di ora sia entrato alla Casa Bianca qualcuno che era così contro la legge e le convenzioni internazionali''. Inoltre ''oggi l'Iran è in grado di vendere il suo petrolio e lo venderà bene'', ha precisato. ''L'America vuole azzerare le vendite del petrolio iraniano, ma continueremo a vendere il nostro petrolio nonostante le sanzioni'', ha detto Rohani.
100 COMPAGNIE VIA DA TEHERAN - Brian Hook, rappresentante speciale degli Stati Uniti per l'Iran e consigliere del Segretario di Stato, ha illustrato gli effetti prodotti dalle sanzioni adottate da Washington nei confronti dell'Iran. "Più di 100 compagnie si sono ritirate dall'Iran o hanno rinunciato agli investimenti nel Paese, scegliendo invece gli Stati Uniti. La nostra policy prevede di portare verso zero le importazioni di greggio da parte di altre nazioni" ha spiegato Hook. Altri risultati sono attesi dopo l'entrata in vigore, a partire da oggi, della seconda tranche di sanzioni. "E' la singola azione più ampia nei confronti del regime iraniano. Viene applicata una pressione economica senza precedenti - ha sottolineato Hook in una conference call da Washington - Il secondo round di sanzioni si concentra su energia, spedizioni, banche, attività assicurative, tutti settori strategici".
La linea varata dall'amministrazione Trump, ancor prima dell'implementazione della seconda tranche di sanzioni, ha prodotto risultati tangibili: "Oltre 100 aziende si sono ritirate dall'Iran scegliendo gli Usa. D'altra parte, se io fossi un Ceo non avrei dubbi: è più semplice lavorare con gli Stati Uniti, è un sistema più trasparente e non ci sono rischi per la reputazione". "Negli ultimi 6 mesi abbiamo tolto dal mercato circa 1 milione di barili di greggio iraniano" ogni giorno. "La più grande sfida è garantire che non aumenti il prezzo del greggio, sarebbe un danno per l'economia globale e per quella americana. L'Iran ha provato ad agire per alzare il prezzo del prodotto, ma noi abbiamo fatto un buon lavoro bilanciando sicurezza ed economia", ha aggiunto Hook.
"Non c'è nessun rischio per il mercato dell'energia. Gli Stati Uniti, l'Arabia, la Russia, l'Iraq hanno aumentato la produzione", ha detto il rappresentante speciale delineando un quadro nel quale "l'offerta supererà la domanda. Abbiamo tolto barili iraniani dal mercato senza incidere sul prezzo del greggio e continueremo a toglierne altri". Dalle sanzioni sono esentati 8 Paesi, compresa l'Italia. "Due Paesi hanno già smesso di importare greggio, il terzo arriverà a zero entro la fine dell'anno. La nostra policy prevede di portare verso zero le importazioni. A maggio riesamineremo la situazione, al termine delle esenzioni che durano 6 mesi".