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De Luca: "Mezze misure non servono più, ora decisioni forti"

Il governatore della Campania: "Prenderemo misure di guerra. Più ritardiamo, più ci avviciniamo al momento in cui saremo costretti a prendere decisioni ancora più gravi. Non abbiamo chiuso la scuola, didattica a distanza per 15 giorni"

(Fotogramma)
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16 ottobre 2020 | 15.10
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"La mia opinione, molto semplicemente, è questa: di fronte ai numeri del contagio che abbiamo oggi in Italia le mezze misure non servono più a niente". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook. "Prima prendiamo decisioni forti - ha aggiunto De Luca - meglio è. Più ritardiamo nel prendere decisioni, più ci avviciniamo al momento in cui saremo costretti a prendere decisioni ancora più gravi, ma avendo l'acqua alla gola. Dunque è ragionevole e responsabile prendere oggi decisioni difficili, non aspettare oltre".

"Prenderemo misure di guerra, ma se dobbiamo avere l'obiettivo di salvare la vita dei nostri concittadini dobbiamo decidere, costi quel che costi", ha avvertito il presidente della Regione. Sul numero di posti letto di terapia intensiva, ha spiegato De Luca, "il problema vero non è di posti, è che in Italia mancano gli anestesisti. Abbiamo fatto concorsi nelle scorse settimane ma non ce n'è stato uno. Abbiamo concordato per questo di chiederne l'invio alla Protezione civile l'invio, sono già arrivati 17 anestesisti e se sarà necessario bloccheremo altri reparti per attività non essenziali, per mettere in piedi tutte le terapie intensive necessarie. Ovviamente ci aspettiamo che arrivi dai livelli nazionali l'aiuto che si sono impegnati a darci, fino a oggi sono stati rispettati gli impegni, contiamo sia così anche nei prossimi giorni".

Quindi De Luca ha evitato di replicare alle critiche. "Non risponderò a nulla, dovrei perdere ore intere per rispondere a cose indegne alle quali abbiamo assistito". Il governatore ha spiegato di non voler rispondere "per due ragioni: la prima perché non abbiamo tempo da perdere, la seconda perché abbiamo una situazione in Italia ormai talmente delicata e grave che dobbiamo favorire tutti gli elementi di unità del Paese, evitando di alimentare chiacchiere inutili".

"Dopo maggio, con la riapertura di tutti i settori economici e della mobilità, l'Italia si è rimescolata e il contagio riguarda nella stessa maniera tutto il Paese. In questo quadro la Campania è la regione più esposta, perché quella con la maggiore densità abitativa d'Italia e con la maggiore congestione urbana, quindi con la maggiore difficoltà ad avere distanziamento interpersonale. Questa criticità - ha spiegato De Luca - ci obbliga a prendere decisioni prima degli altri e in maniera più rigorosa degli altri. Abbiamo la situazione demografica della popolazione che è estremamente delicata e guai a noi se perdiamo il controllo sull'area metropolitana di Napoli, che è il punto di maggiore criticità dal punto di vista demografico dell'intero Paese", ha aggiunto.

"Per quanto riguarda la scuola ieri abbiamo valutato tutto, ma alla fine abbiamo deciso non di chiudere, è una notizia sbagliata arrivata sugli organi d'informazione, ma di fare didattica a distanza per 15 giorni per cercare di contenere l'onda di contagio". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. "Qualcuno ha detto che non era la priorità - ha aggiunto De Luca - ma non c'è una priorità quando hai quei numeri. Quando devi contenere l'ondata devi prendere una, due tre e quattro decisioni che, tutte insieme, ti aiutano a contenere il contagio. Alcune decisioni sono più importanti, altre meno, ma è l'insieme delle decisioni prese che può produrre il risultato. De Luca ha sottolineato che "la decisione è stata presa per due obiettivi fondamentali: ridurre al massimo luoghi e occasioni di assembramento e cercare di frenare per quanto possibile la mobilità e il contagio sui mezzi di trasporto".

"Nell'ordinanza di ieri abbiamo preso misure rigorose, difficili da prendere. Quando prendiamo queste decisioni, nessuno pensi che sono decisioni che si prendono a cuor leggero. Ci pensiamo non una, ma cento volte", ha chiarito il presidente della Regione Campania spiegando che "quello che decidiamo oggi avrà gli effetti fra 20 giorni, non c'è quindi da aspettarsi un risultato immediato, ma queste decisioni vanno prese oggi". De Luca ha raccontato che "ieri quando intorno alle 10.30 ci è arrivata la notizia che avevamo sforato i mille contagi, abbiamo passato tutta la giornata a verificare, a discutere, a impostare l'ordinanza, cercando di capire quale fosse la cosa più utile e necessaria da fare, a verificare le ricadute su famiglie, cittadini e attività economiche. Dalle 10 di mattina fino alle 18.30 abbiamo parlato con epidemiologi, con gli esperti della task force regionale, abbiamo consultato le organizzazioni economiche, le organizzazioni sindacali, le Camere di Commercio, ho parlato con i ministri dell'Università, della Salute, dell'Interno. Abbiamo fatto in dettaglio tutte le valutazioni possibili e immaginabili, col massimo di senso di responsabilità possibile. Quando prendiamo una decisione la prendiamo dopo aver riflettuto, parlato, confrontato le diverse ipotesi con tutte le persone responsabili. E' nostro dovere farlo oggi, non tra 20 giorni".

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