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Cisl: "Scuola aperta a costo di far intervenire la protezione civile"

Gissi all'Adnkronos: "Davanti ad ogni scuola è necessario un immediato intervento per effettuare i tamponi rapidi e non a seconda delle regioni e dei finanziamenti"

(Afp)
(Afp)
16 ottobre 2020 | 14.05
LETTURA: 3 minuti

di Giselda Curzi

Le scuole devono rimanere aperte, i nostri studenti hanno il diritto di entrare nelle scuole e frequentare, avere la didattica in presenza e perché questo avvenga è necessario, secondo la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, l'intervento della protezione civile con presidi davanti alle scuole.

"Oggi è facile chiudere le scuole come sarà facile tra non molto definire ulteriori provvedimenti gravi nei confronti delle attività commerciali, sportive o ludiche. Oggi è facile, perché è l'azione più immediata. I dati della sanità in Campania, - afferma Gissi all'Adnkronos - le immagini che abbiamo visto di difficoltà delle famiglie campane, anche solo per accedere ad un tampone non è solo storia delle regioni del Sud, ma appartiene all'esperienza forse di ognuno di noi". Gissi ha poi espresso apprezzamento per le parole dell'ex ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli che "ha difeso strenuamente il valore scuola, con onestà intellettuale e con la competenza di chi le istituzioni le ha vissute e governate".

"La priorità scuola è quindi la necessità di mantenere aperte le istituzioni scolastiche in un momento critico come quello che stiamo vivendo - evidenzia con forza Gissi - la questione non può essere risolta con i proclami, con gli interventi in diretta e nemmeno con i Dpcm, in alcuni casi rivisti e disattesi per essere rivalutati con i soggetti imprenditoriali o con coloro che hanno altri interessi. Parlare della incapacità di programmazione da parte di un ex ministro è molto significativo, non possiamo immaginare quello che si sarebbe potuto fare perché non è stato possibile discuterne".

"Ogni azione è stata legata ideologicamente ad un obiettivo definito sulla carta, in alcuni casi poco realizzabile, e quando mesi fa il grido d'allarme degli enti locali, delle famiglie e delle organizzazioni sindacali è caduto nel vuoto e si è pensato a investire sulla bellezza dei banchi monoposto - continua Gissi - a fronte del fatto che avevamo bisogno di potenziare la sanità territoriale con l'intervento del medico scolastico con le azioni necessarie per prevenire i contagi che la scuola raccoglie suo malgrado, a fronte di tutto questo noi ci siamo ritrovati una scuola isolata".

"E' necessario riflettere bene. Possiamo tenere aperta la scuola, ma solo se si creano le condizioni per operare velocemente, precocemente nei confronti di un contagio che non guarda in faccia la provenienza sociale, economica e territoriale, - afferma ancora Gissi - ma che deve essere arrestato con i mezzi a disposizione, anche grandi mezzi, da parte della Protezione civile, alla quale chiediamo di scendere in campo e di non fermarsi ad una discussione al latere". "Se emergenza è emergenza sia e davanti ad ogni scuola è necessario un immediato intervento per effettuare i tamponi rapidi e non a seconda delle regioni e dei finanziamenti messi a disposizione, - evidenzia ancora Gissi - ma perché l'intervento della la protezione civile avrebbe proprio il fine di proteggere il nostro paese, i nostri bambini e i nostri ragazzi. Non vogliamo che le scuole chiudano, non pensiamo alla didattica per emergenza come ad una soluzione, ma non vogliamo nemmeno ripercorrere le tristi storie che oggi sono già oggetto di discussione in magistratura".

"I ragazzi del sud come i ragazzi del nord hanno pieno diritto ad avere garantito il loro impegno in presenza e nelle aule, tutti quelli che oggi criticano il provvedimento di De Luca dovrebbero riflettere e pensare quanto sono stati capaci di evitare questo provvedimento, in termini di investimenti, veri e importanti, superiori anche a tutte le aspettative, nei confronti della sanità, dei trasporti e della scuola che è come al solito il fanalino di coda anche in termini di investimento. "Ora la polemica sterile su come spendere e investire in questi grandi settori del nostro paese in grado di garantire alla società un futuro più sereno sono oggetto di schermaglie, politiche, ideologiche, partitiche e non appartengono alla Res Pubblica e non appartengono alla responsabilità della politica perché credo che la responsabilità della politica oramai sia stata depositata in un baule, chiuso sotto chiave in una stanza il cui accesso è riservato solo a pochi".

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