"Mi sorprende che non ci siano valutazioni sull'impatto della riapertura delle scuole". Il professor Andrea Crisanti, ospite di L'aria che tira, risponde così alle domande sul nuovo Dpcm che introduce misure per arginare la diffusione del coronavirus. "Le decisioni devono essere prese sulla base di osservazioni. Se ci basiamo solo sui bambini sintomatici, sottostimiamo notevolmente. nella fascia fino a 10 anni, gli asintomatici sono il 95%. Bisognerebbe fare un campionamento di massa su vari classi di alunni per capire se il virus si trasmette in queste comunità. A quel punto capiremmo se le misure adottate per la scuola sono adeguate", aggiunge.
"Non sappiamo quanto queste misure possano influire sulla curva, sono misure empiriche. L'impatto lo vedremo tra 2-3 settimane, la curva aumenterà nei prossimi giorni. Immagino che tra 2 settimane avremo un numero di casi più elevato rispetto ad ora. Francia, Spagna e Inghilterra hanno curve parallele, vale a dire hanno la stessa dinamica. Se l'Italia prende la stessa inclinazione, si potrà capire dove saremo tra 2 settimane", afferma ancora.
"Inghilterra e Germania fanno più tamponi, ma conta il criterio con cui vengono eseguiti. E' importante che siano inseriti in un sistema di sorveglianza attiva. Noi facciamo 130mila tamponi al giorno, un terzo serve alla sorveglianza del personale sanitario e un terzo alle persone infette. La sorveglianza attiva si riduce a 40mila tamponi, ne servirebbero 100mila. Ogni giorno abbiamo 5mila persone positive in più e diminuisce la quota per i tamponi di sorveglianza", dice Crisanti.