Il Papa chiude l’Enciclica ‘Fratelli tutti’ con il ricordo di Martin Luther King, Desmond Tutu, del Mahatma Gandhi e del Beato Charles de Foucauld, un modello per tutti di cosa significhi identificarsi con gli ultimi per divenire "il fratello universale".
Le ultime righe del documento sono affidate a due preghiere: una "al Creatore" e l’altra "cristiana ecumenica", affinché nel cuore degli uomini alberghi "uno spirito di fratelli". E, dopo 206 anni, il documento Pontificio non viene firmato in Vaticano ma ad Assisi "presso la tomba di San Francesco, vigilia della festa del Poverello, dell’anno 2020, ottavo del mio Pontificato", scrive Francesco.