Il prete dei migranti: "Non giustifico l’aggressione ma non condanno la signora,
la mia solidarietà va a chi soffre"
Don Massimo Biancalani, parroco dei migranti, non se la sente di solidarizzare con Matteo Salvini, aggredito due giorni fa in terra toscana da una signora. "Non mi sento di solidarizzare con Salvini perché non fa passare giorno senza mandare messaggi ingiusti nei confronti di chi soffre", osserva all’Adnkronos il sacerdote che è stato spesso nel mirino del segretario della Lega. "Certo, avrei consigliato alla signora di non fare quel gesto - puntualizza il sacerdote - ma non me la sento nemmeno di condannarla".
Don Biancalani ricorda che "in tante occasioni Salvini provoca con messaggi caratterizzati da approcci violenti. Anche di recente, pur senza citarmi, in un comizio a Pistoia pare avermi mandato un messaggio trasversale. Salvini deve cambiare atteggiamento. Beninteso, non giustifico reazioni violente ma lui deve cambiare registro o non si può poi aspettare tanta solidarietà visto che non fa passare giorno senza trasmettere messaggi ingiusti verso gli stranieri".
Il sacerdote fa un accenno anche al Rosario, spesso utilizzato dal segretario della Lega nei comizi, come l’altro giorno quando la signora di origini congolesi glielo ha strappato: "Il Rosario è un simbolo di accoglienza che contraddice quel che Salvini cerca di fare passare. Responsabilità richiederebbe di distinguere tra politica e religione: stiamo parlando di un simbolo importantissimo che sa ancora toccare le corde del sentire umano pure in un mondo secolarizzato".