L'ex terrorista, detenuto nel carcere di Massama a Oristano, ha ricevuto questa mattina la visita del suo avvocato, Gianfranco Sollai, dopo che da qualche giorno ha iniziato lo sciopero della fame
"Sono sotto sequestro da gennaio dello scorso anno in Bolivia ed ora in Sardegna". Cesare Battisti, detenuto nel carcere di Massama, a Oristano, ha ricevuto questa mattina la visita del suo avvocato, Gianfranco Sollai, dopo che da qualche giorno ha iniziato lo sciopero della fame per denunciare lo stato di isolamento nel quale si trova. "Non mi hanno dato scelta - ha detto Battisti da quanto riferisce il legale - sono stato costretto ad uno sciopero totale della fame".
Battisti, aggiunge Sollai, ha detto di "sentirsi prigioniero di una sporca guerra tra lo Stato e la lotta armata, e non, del periodo delle grandi contraddizioni sociali che hanno sconvolto l'Italia dalla fine degli anni '60 agli inizi degli anni '80". L’ex terrorista, riferisce sempre l’avvocato, ha già perso cinque chili in quattro giorni e sta assumendo solo acqua. Da qui la decisione di andare a trovarlo in carcere a giorni alterni.
"Lo Stato vuole sacrificare me in nome di una giustizia che non c’è, mi ha dichiarato guerra e questa si manifesta con la secretazione degli atti, con l'isolamento forzato e illegittimo e con una classificazione retroattiva di 41 anni. Siamo davanti alla vendetta dello Stato nei miei confronti a distanza di oltre 40 anni dalle contraddizioni sociali emerse con il ’68", un'altra esternazione di Battisti riportata dall'avvocato.
"Le contraddizioni che hanno portato al ’68 - afferma Battisti nel suo j’accuse - sono frutto dello Stato e hanno generato il fenomeno della lotta armata che ha visto coinvolte oltre un milione di persone, 60mila fermate e 5.800 condannate, secondo quanto dichiarò il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. E sempre in nome di quelle contraddizioni lo Stato ancora oggi mi perseguita".