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Covid, focolaio in stabilimento Aia nel trevigiano

Su 560 tamponi 178 sono risultati positivi. La prefettura: "Azienda non chiude, test ogni settimana". Il sindaco di Vazzola all'Adnkronos: "Esclusa categoricamente la zona rossa"

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
25 agosto 2020 | 18.03
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Sono 560 i tamponi effettuati tra i lavoratori dello stabilimento Aia di Vazzola, in provincia di Treviso: 382 hanno dato esito negativo, 178 invece sono risultati positivi al coronavirus. A questi si aggiungono 21 positivi tra le persone a stretto contatto con lavoratori contagiati (145 il numero di test ai familiari). E' quanto è emerso dalla riunione di questa mattina alla prefettura di Treviso, secondo quanto si apprende da fonti dell'amministrazione locale.

IL SINDACO DI VAZZOLA, ESCLUSA ZONA ROSSA - "Parlare di 'zona rossa' è improprio. Oggi nell'incontro con la Ulss non si è parlato in alcun modo di questo: non ci sono i presupposti per chiudere Vazzola" ha detto all'AdnKronos Giovanni Domenico Zanon, sindaco di Vazzola. "I lavoratori positivi residenti nel nostro territorio sono una quindicina - ha aggiunto Zanon - questa situazione riguarda molti comuni limitrofi e non si 'criminalizzi' Vazzola. Continuo a essere tranquillo: sono andato in azienda la settimana scorsa, ho parlato con i medici e resto in contatto con gli operatori dell'Ulss tutti i giorni. L'ipotesi di una 'zona rossa' è stata categoricamente esclusa". "Per quanto riguarda i positivi, non ci sono ricoveri, sono tutti asintomatici. La produzione in azienda continuerà, ma da quanto abbiamo appreso nell'incontro di oggi per evitare contatti ravvicinati e prolungati si cercherà di diminuire i ritmi della produzione e il numero delle presenze in contemporanea delle persone all'interno: i lavoratori torneranno a fare i due turni", ha concluso Zanon.

LO STABILIMENTO NON CHIUDE - Nel corso dell'incontro il viceprefetto vicario Antonello Roccoberton ha ricevuto le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e Rsu dello stabilimento, oltre ai rappresentanti sindacali e i vertici dell'azienda, il direttore generale dell'Ulss 2 Francesco Benazzi e il sindaco del Comune di Vazzola. "A conclusione di un ampio dibattito - si legge nella nota della prefettura di Treviso - si è convenuto sulla circostanza che, allo stato attuale, non sussistano i presupposti per imporre, da parte dell'autorità sanitaria, la chiusura dello stabilimento, anche alla stregua di quanto rappresentato dall'azienda Ulss circa la percentuale dei positivi al Covid-19 sul totale del personale sottoposto a tampone, corrispondente circa al 30%, e in merito alla asintomaticità dei lavoratori risultati positivi. Il dottor Benazzi ha assicurato che l'azienda Ulss 2 continuerà lo screening con l'effettuazione di tamponi su tutto il personale con cadenza settimanale, usufruendo fin dalla prossima settimana dei tamponi rapidi a risposta immediata, recentemente validati dall'Istituto Superiore della Sanità. Ha altresì raccomandato che si faccia ampia divulgazione presso il personale sulla necessità dell'utilizzo dei dispositivi di protezione, del mantenimento del distanziamento sociale e della frequente igiene delle mani, quali imprescindibili misure di prevenzione dal contagio".

"Il dottor Allegri della Aia Agricola, insieme al dottor Pinna, hanno dal canto loro assicurato di aver adottato fin dall'inizio dell'emergenza Covid tutte le misure previste sia in ordine alla sanificazione dei locali, che in merito alla modulazione dell'organizzazione dei turni per ridurre i contatti tra il personale addetto, ed alla informazione sulle misure igieniche da adottare, garantendo l'adozione di ulteriori interventi a tutela della sicurezza dei lavoratori".

I SINDACATI - "L'incontro è stato soddisfacente. Abbiamo ricevuto importanti rassicurazioni da parte delle autorità sanitarie e dai vertici aziendali in merito alle misure di sicurezza adottate ai fini di contenere i contagi" dice in una nota Andrea Meneghel, segretario generale della Fai Cisl Belluno Treviso, al termine del vertice di questa mattina alla prefettura di Treviso. "La Ulss - continua Meneghel - ci ha assicurato che fino al momento della positività zero di tutta l’azienda verranno fatti screening a cadenza settimanale sul personale. Da parte sua, l'azienda ha comunicato che dalla prossima settimana si tornerà a lavorare su due turni con personale ridotto e quindi maggiore garanzia di distanziamento sociale nei reparti". Confermato anche il maggiore coinvolgimento, richiesto dai sindacati, del comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del Protocollo per il contrasto alla diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro. "L'azienda ha accolto la richiesta avanzata dalle parti sindacali e dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di maggiore trasparenza e informazione riguardo alle scelte aziendali per contrastare l’emergenza - conclude Meneghel -. Solo dando vita a una più stretta collaborazione con i rappresentanti per la sicurezza e le rappresentanze sindacali si potrà uscire da questo momento difficile, che vede coinvolti sia i lavoratori che le loro famiglie".

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