Una turista è salita sul tetto delle Terme centrali negli scavi archeologici di Pompei per scattare una foto. A darne notizia è il quotidiano 'Il Mattino', che pubblica l'immagine della turista, della quale non si conosce nome e nazionalità, sul tetto delle Terme mentre scatta un selfie. La turista sarebbe salita sul tetto, posto a un'altezza di tre metri, percorrendo una scalinata normalmente vietata ai turisti, il tutto violando il divieto imposto ai visitatori del Parco archeologico di sedersi o appoggiarsi sui monumenti del sito. La denuncia è giunta alla Soprintendenza via web: a scattare la foto, un altro visitatore indignato dal gesto della turista. E' ora partita la "caccia" alla turista, alla cui identità sarà possibile risalire attraverso i biglietti nominativi. La donna rischia una multa da mille a 3mila euro.
I Carabinieri del posto fisso Scavi Pompei hanno avviato le indagini e acquisito le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti all'interno degli scavi archeologici.
"In seguito all'irresponsabile gesto della giovane turista salita sul tetto delle Terme Centrali di Pompei per scattare alcune foto personali, immortalata da un visitatore e riportata da alcuni giornali e social-web, la Direzione del Parco Archeologico di Pompei, nello stigmatizzare l'atto incivile e pericoloso per la stessa persona e per la tutela del monumento, sottolinea che l'accesso alla coperture delle Terme è interdetto al pubblico con adeguata segnalazione, come avviene in tutti gli spazi archeologici chiusi al pubblico e secondo il Regolamento degli Scavi presente agli ingressi del Parco. Questo atto deplorevole invita ancor di più a rispettare le norme generali di visita al sito e il giusto distanziamento anti-Covid, anche in virtù delle ultime indicazioni governative", scrive in una nota la direzione del Parco Archeologico di Pompei, annunciando l'avvio di "un'indagine, in collaborazione con le Autorità competenti, affinché si possa individuare la protagonista dell'atto, attraverso ogni mezzo a disposizione e per assicurare, il più possibile, il pieno rispetto del patrimonio archeologico di Pompei da abusi di questo genere".