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Coronavirus, Speranza: "Stretta su chi rifiuta cure e a scuola faremo i test"

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05 luglio 2020 | 09.12
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"Sto valutando con il mio ufficio legislativo l'ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori nei casi in cui una persona deve curarsi e non lo fa. Ma attenzione, il mio giudizio su come si sono comportati gli italiani in questa crisi è positivo: senza questa sintonia di fondo tra le misure adottate e i comportamenti individuali noi non avremmo piegato la curva". Così il ministro della Salute Roberto Speranza in un'intervista a 'La Repubblica' in merito al caso dell'imprenditore che in Veneto è andato in giro malato e, prima di aggravarsi, ha rifiutato le cure. Un comportamento che il ministro giudica "inaccettabile" e quindi "su questo è giusto essere durissimi".

Secondo Speranza "il messaggio che arriva dalla lettura dei dati è che il virus circola ancora. Finché sarà così, non potremo considerare il pericolo alle spalle" dunque "finché il virus sarà attivo non solo in Italia, ma con numeri sempre maggiori e preoccupanti nel mondo, dovremo rispettare le tre regole rimaste: mascherina, distanziamento fisico di almeno un metro senza assembramenti e rispetto delle regole igieniche a partire dal lavaggio delle mani. Ho il terrore di vanificare gli enormi sforzi fatti durante il lockdown. Lo dico con le parole di Papa Francesco: peggio di questa crisi, c'è solo il rischio di sprecarla".

"In 5 mesi - evidenzia Speranza - abbiamo messo più risorse sulla sanità che negli ultimi 5 anni. 3 miliardi e 250 milioni solo nel decreto rilancio. In tutto siamo andati oltre i 6. Li useremo per potenziare la rete territoriale e l'assistenza domiciliare, per essere più veloci nel fare i test, più rapidi nell'intervenire. E per aumentare la capacità di posti in terapia intensiva, anche se adesso siamo passati dai 4000 occupati di marzo a 70". E la scuola "deve essere la priorità", "penso che ci siano le condizioni a settembre per ripartire in sicurezza. La mia proposta è di ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità: recuperiamo il senso di una norma del 1961 che introduceva la medicina scolastica, superata negli anni '90 - dice Speranza - Una relazione organica costante della prevenzione sanitaria con le scuole. Ho proposto alle Regioni che questo modello venga ripristinato. Ci saranno test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica. Un monitoraggio costante".

Quanto al Mes, secondo Speranza "è uno strumento finanziario a tasso molto basso. Rappresenta un'opportunità". E alla domanda se c'è un piano per sostituire Giuseppe Conte, il ministro risponde "assolutamente no, perché ha dimostrato autorevolezza, capacità di fare sintesi, ha le carte in regola per guidare questa stagione fondamentale per il futuro del Paese. Possiamo fare tutto fuorché immaginare trame di palazzo". Ma il fatto che questa maggioranza doveva essere il viatico di un nuovo fronte progressista, ma non è stata capace di fare un accordo in nessuna delle regioni che va al voto è per Speranza "una contraddizione, un elemento di debolezza per il governo".

"E' possibile - chiede - che in questi mesi sia cambiato tutto e i soggetti politici restino come prima? Questa cosa non regge. Serve il coraggio di interpretare una stagione nuova con un approccio di natura rifondativa. Lo dico a tutte le forze, al Pd innanzitutto, ma anche a tutte le altre forze civiche progressiste e ambientaliste. Al centro bisogna mettere i beni comuni e un nuovo rapporto Stato-mercato".

Anche ai 5 stelle? "Credo che una riflessione debba coinvolgere anche loro. È cambiato il mondo, nessuno di noi può chiudersi in un recinto. Non ha senso".

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