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Coronavirus: Speziale (Anffas), 'Rsd bombe ad orologeria, 300.000 disabili a rischio'

Coronavirus: Speziale (Anffas), 'Rsd bombe ad orologeria, 300.000 disabili a rischio'
17 aprile 2020 | 14.43
LETTURA: 4 minuti

di Sibilla Bertollini
Non solo gli anziani, anche i disabili, bersaglio del coronavirus, sono tra i più fragili da tenere sotto osservazione, prima che "una bomba sanitaria a orologeria esploda all'interno delle Rsd", proprio come accaduto nelle strutture per anziani. "Rispetto ad esse, nelle residenze sanitarie per disabili si riscontrano le stesse criticità. Il denominatore comune è la pluripatologia degli ospiti che, come sappiamo, rende più vulnerabile un soggetto di fronte al virus", spiega all'Adnkronos il presidente della Associazione nazionale famiglie di disabili intellettivi (Anffas) Roberto Speziale. "Nei centri dedicati ai disabili in tutta Italia sono circa 300.000 le persone a rischio", avverte Speziale, a giudizio del quale "vanno fatti test a tappeto in tutte le strutture in cui risiedono persone con disabilità se non vogliamo che la situazione diventi esplosiva e la disattenzione di oggi si traduca nell'ennesima emergenza di domani".

"Il modello che va applicato è quello di Vo' Euganeo: tamponi in maniera diffusa su tutti gli ospiti e gli operatori delle Rsd in modo tale da individuare in tempo eventuali contagiati e isolarli", indica Speziale che citando il caso del centro Oasi Maria Santissima di Troina (Enna), ricorda come la situazione non sia affatto da sottovalutare. "Si deve intervenire subito. Le Regioni - denuncia Speziale - non hanno dedicato la giusta attenzione nei confronti del mondo della disabilità, tutt'oggi 'invisibile' (lo dimostra anche il mancato censimento delle strutture). Non vorrei che continuando con questa sottovalutazione, da qui a breve ci ritrovassimo a fare cronaca piuttosto che un'intervista". Parola d'ordine dunque è partire subito tra prevenzione e soprattutto test nelle Rsd: "siamo al 99° ma ancora in tempo".

In Italia sono circa 2.000 le strutture in cui risiedono i disabili, concentrate per lo più al Centronord. Sono più o meno di media dimensione e nella maggior parte dei casi gestite da enti del Terzo settore "quindi non è impossibile fare tamponi su tutta la loro popolazione", sottolinea Speziale. Sono 156 le Rsd afferenti alla rete Anffas, al momento in 17 localizzate tra Piemonte, Lombardia, Trentino e Marche, "abbiamo riscontrato episodi di contagio (riguardano sia persone con disabilità che operatori) e registriamo complessivamente 5 decessi". In considerazione degli oltre 1.700 ospiti delle Rsd dell'Anffas e dei circa 1.900 operatori che vi lavorano "sono numeri contenuti, perché nelle nostre strutture il livello di attenzione è molto alto". Ma fuori cosa succede? Quante sono le vittime che non conosciamo? "Evitiamo di piangere a posteriori, agiamo oggi intervenendo con le giuste misure di sicurezza nelle strutture in cui la situazione è di estrema vulnerabilità".

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