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Coronavirus, Fontana replica ai sindaci con una lettera

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02 aprile 2020 | 20.29
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"Il protocollo clinico sanitario adottato da Regione Lombardia è quello trasmesso dal Ministero della Salute e redatto dal gruppo di lavoro permanente costituito in data 5 febbraio 2020 nell’ambito del Consiglio Superiore di Sanità. Le indicazioni, oggetto di circolare ministeriale del 22 febbraio 2020, prevedono di sottoporre al tampone rinofaringeo per la ricerca di Covid-19 solo i soggetti clinicamente sintomatici". E' uno dei passaggi della lettera del governatore lombardo Attilio Fontana indirizzata ai sindaci che gli hanno chiesto delucidazioni su alcuni comportamenti relativi all'emergenza coronavirus.

"Regione Lombardia ha sempre applicato le indicazioni dall'Istituto Superiore di Sanità e, con oltre 120.000 tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza, è la regione più attiva nell’effettuazioni di tale indagine", aggiunge Fontana.

"Solo il rigoroso mantenimento di misure di isolamento per tutta la popolazione ed in particolare quella più anziana e fragile l’unico reale intervento efficace per ridurre l’indice di trasmissione del virus", continua il governatore nella lettera, che sottolinea come "l'efficacia di tali azioni è dimostrata dal fatto che l’indicatore R0 è passato da un valore superiore a 2 delle prime settimane a un valore circa inferiore a 1 degli ultimi giorni". Si tratta dell'indicatore che indica il rischio di diffusione dell'epidemia, se il valore di R0 è inferiore a 1 ciò significa che l'epidemia può essere contenuta.

Mantenere l'isolamento è la parola d'ordine che Fontana ripete da oltre un mese e che ha iniziato a dire quando altri pensavano che l'emergenza coronavirus si potesse fronteggiare in altro modo. Nella risposta ai sindaci lombardi che gli hanno chiesto delucidazioni sulle scelte operante dalla Regione nell'emergenza sanitaria, il governatore ripercorre ogni singola tappa: "Dopo due giorni dal primo caso Regione Lombardia ho chiesto con forza sia l’istituzione della 'zona rossa' in 17 comuni, ridimensionati dal governo a 10, nel basso lodigiano che le misure restrittive dei contatti sociali nel resto della Regione. Successivamente, una volta accertata che anche le zone di Alzano Lombardo e Nembro si configuravano come cluster, abbiamo chiesto invano al governo l’istituzione di nuove zone rosse comprendenti quei Comuni", si legge nella missiva.

"Lo sviluppo dell'infezione e la sua rapidissima diffusione in altri territori ha poi portato Regione Lombardia, prima fra tutte, a chiedere con forza al governo già dalla fine di febbraio di rafforzare le misure restrittive in tutto il territorio regionale", sottolinea Fontana.

"Per quanto riguarda la diagnostica - scrive ancora - sono in corso ricerche applicate e mirate sui test per l’identificazione degli anticorpi legati all’infezione al fine di implementare una strategia di sanità pubblica adeguata a territori come Regione Lombardia caratterizzati da un’ampia circolazione virale". Nella missiva il governatore sottolinea che "La sperimentazione in Lombardia è fortissima, grazie ad un sistema di ricerca e innovazione all’avanguardia, nell’esclusivo interesse della salute e sicurezza dei nostri cittadini in un contesto che, purtroppo, sconta numeri e condizioni epidemiche senza eguali".

Sul tema della "grave situazione epidemiologica riscontrata nell’ambito delle Rsa, fonte di preoccupazione per la fragilità degli ospiti, preciso che, sin dalle prime avvisaglie, Regione Lombardia ha fornito indicazioni puntuali ai gestori delle strutture per predisporre una limitazione degli accessi a parenti e visitatori degli ospiti e tutelare lo stato di salute impedendo di portare all’interno agenti virali esterni", afferma ancora Fontana, aggiungendo che le numerose comunicazioni inviate "sono sfociate in apposite linee guida adottate nella seduta di Giunta del 30 marzo" e "anche sugli operatori delle Rsa sono previste le procedure di monitoraggio sintomatico riservate agli operatori sanitari".

Regione Lombardia "si è mossa prontamente reperendo sul mercato con risorse proprie derivanti dalla generosità delle donazioni - 70 milioni di euro sul conto Iban attivato per gli acquisti straordinari di materiale di consumo - nei tempi più rapidi possibili e organizzando anche la relativa logistica per il trasferimento dei dispositivi di protezione individuale e delle attrezzature nelle strutture sanitarie regionali", aggiunge il presidente di Regione Lombardi, precisando che "abbiamo allestito 770 posti di terapia intensiva in più nelle strutture esistenti e ben quattro nuove strutture temporanee col supporto di soggetti esterni cui va il nostro ringraziamento (l’Esercito, l’Associazione Nazionale degli Alpini, l’associazione evangelica americana Samaritan’s Purse, per la Fiera e gli ospedali da campo di Bergamo, Crema e Cremona)".

Contestualmente "si è dato vita ad una produzione locale di mascherine chirurgiche, testate dal Politecnico di Milano. La normativa, tuttavia, non asseconda la prontezza di reazione lombarda laddove si prevede di procedere all’autocertificazione dell’idoneità e della sicurezza dei prodotti e di attendere l’esito di ufficialità da parte dell’Istituto Superiore di Sanità entro tre giorni dalla richiesta. Allo stato attuale è in corso una richiesta esplicita al Governo per snellire e velocizzare la procedura", scrive Fontana.

E ancora: "Sono stati forniti ai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di continuità assistenziale le linee guida per la sorveglianza sanitaria territoriale e domiciliare attiva sette giorni su sette, stanziando oltre 5 milioni di euro per kit diagnostici e strumenti di telemedicina (10.000 kit smartphone, tablet, saturimetro, spirometro, termometro, sfigmomanometro). Nella seduta di Giunta del 30 marzo sono stati stanziati 11 milioni di euro per servizi di degenza per sorveglianza sanitaria dei pazienti con minore sintomatologia". .

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