100 casi in più da ieri. Il governatore: "Se i veneti non si mettono in testa di restare a casa, a fine mese in overbooking con le terapie intensive"
"Quello del Veneto è un bollettino di guerra. Non avrei mai pensato che ogni giorno un amministratore dovesse leggere il numero dei morti: 115 morti non sono i morti di una semplice influenza, questi cittadini se non fossero stati contagiati dal coronavirus, non sarebbero in questa lista e a me poco importa fare le differenza tra ''con coronavirus, o 'da' coronavirus". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso della quotidiana conferenza stampa nella sede della Protezione Civile a Marghera. "Questo - ha ribadito - è un bollettino di guerra, i dati non ci fanno sorridere. Abbiamo 10 mila persone in isolamento fiduciario - ha annunciato - 771 ricoverati, 80 più di ieri, il che significa un ospedale provinciale interamente dedicato a ricoverati. Nelle terapie intensive abbiamo 209 persone che sono numeri che normalmente si hanno in 'tempo di pace', numeri di base quando abbiamo da gestire solo le terapie intensive ordinarie e non in tempi di coronavirus".
"Il 15 aprile - ha detto ancora - è la data in cui i modelli matematici ci danno il picco massimo di stress della sanità del veneto. E' il massimo della turbolenza, quella per cui, se fossimo in volo molti passeggeri inizierebbero a temere seriamente di precipitare. Se i veneti non si mettono in testa di restare a casa a fine mese andremo in overbooking con le terapie intensive".
"Ho parlato anche questa mattina con il ministro Speranza e io spero veramente che si adottino misure più restrittive rispetto ai passeggi, abbiamo delle foto - spiega il governatore - da cui si vede che le situazioni non sono assolutamente in linea con il tema del restare a casa, di aver prudenza". "Ordinanze rispetto ai passeggi, alle corse. Mi spiace, perché so cosa significhi non poter uscire, ma è pur vero che l'alternativa è la terapia intensiva, i ricoveri e i contagi. Spero inoltre che il Governo si decida a chiudere quei pochi negozi rimasti aperti la domenica, se non il sabato pomeriggio come in Germania".
"Questa non è la volontà di prevaricare o limitare la libertà dei cittadini - ha sottolineato Zaia -. Io ho una visione molto liberista per cui penso che i cittadini debbano essere artefici della loro vita, però è pur vero che in questo momento l'amministratore viene chiamato a fare delle scelte per la comunità che vanno al di sopra delle singole individualità, delle singole libertà, perché oggi c'è una libertà più importante, quella alla salute, che dobbiamo tutelare anche con modalità restrittive", ha spiegato Zaia.
"Dopo la sentenza del Tar della Campania che ha bocciato la sospensiva contro l'ordinanza decisa dal collega De Luca e che ha un'efficacia giuridica nazionale ora - sottolinea quindi il governatore - possiamo prendere ordinanze regionali su restrizioni, cosa che ha fatto ieri il presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini". Zaia ha annunciato la decisione "per domani" di una norma regionale restrittiva sulle passeggiate all'aperto, "se non verrà presa nelle prossime ore dal governo. Auspico ci sia una decisione in tal senso - ha spiegato- perché ritengo che su queste materie sia sempre meglio una norma nazionale, ma se così non fosse mi vedrò costretto a prendere una decisione in prima persona", ha annunciato.
"La Comunità scientifica fa il suo mestiere e noi il nostro che è quello di non arrivare mai l'overbooking delle terapie intensive e che quindi ci sia sempre l'ultimo letto disponibile per l'ultimo paziente arrivato, A prescindere dal censo, dall'età, dal credo religioso, dal colore della pelle, E finché ci sono io in Veneto si ragiona così", ha risposto il presidente del Veneto a chi gli chiedeva del documento dell'associazione anestesisti che farebbe riferimento a presunte 'scelte' sui pazienti da 'privilegiare' nella cura. "Detto questo - ha tenuto a sottolineare Zaia .- quello è un documento di natura scientifica, così come quello sui trapianti, dove ad esempio un trapianto non può essere fatto oltre una certa età del paziente: ci sono delle linee guida.". "Ma da qui a dire che il Veneto dà mandato 'a lasciare a piedi qualcuno', decisamente no. Mi avete mai sentito parlare di fasce di età? Noi siamo qui proprio per difendere i più deboli? Figuratevi - ha detto ai giornalisti - se possiamo solo pensare ad una situazione del genere : Finché c'è vita c'è speranza e la nostra speranza è quella di venire fuori da questa vicenda con tutti i veneti".