"La tensione è palpabile, i medici sono bravissimi e gentili. Però senti che hanno il timore del contagio. Perché se qualcuno di loro va in quarantena, saltano tutti i nostri protocolli. E sarebbe una catastrofe per noi malati di tumore". A parlare è Giorgia Butera, una sociologa palermitana, attivista dei diritti umani e Presidente di Mete onlus, che dallo scorso anno combatte contro un tumore. In questi giorni deve recarsi ogni giorno in ospedale per chemio e radio.
"Oggi sono stata in ospedale dalle 8 alle 15.30 - racconta Giorgia all'Adnkronos - Non accede più nessuno se non i pazienti in cura. Un crescendo di richiami, disposizioni urgenti. Hanno mandato via chiunque fosse in visita. Hanno praticamente sospeso le visite". Tutti indossano, ovviamente, la mascherina.
"L'oncologo veniva a fare continue raccomandazioni sulla cautela - dice ancora Giorgia Butera, ideatrice di tante campagne per i diritti dell'infanzia e delle donne - C'è molta tensione tra di loro. Ho fatto pure la radio con la mascherina, da sola. I medici sono preoccupati perché se dovesse accadere a qualcuno di loro di risultare positivi al Coronavirus, salterebbero i nostri protocolli. Così, le cure".
"Io devo andare ogni giorno - aggiunge Giorgia Butera - Sarò bravissima. Loro chiedono collaborazione per "salvarci" tutti. Io sono stremata, stanca, dolori, brucia tutto, rimetto. Ma sono fiduciosa, passerà. Per me, e per tutti". Poi, si ferma e ci tiene a dire una cosa: "Voglio fare un plauso a tutti gli operatori sanitari. Stanno facendo un grande, grandissimo lavoro".