Il magistrato attacca la difesa delle parti civili e al processo scoppia la bagarre
"Dopo la morte di Paolo Borsellino andai a trovare la vedova, la signora Agnese, che mi accompagnò nello studio di Paolo. Sulla scrivania trovai un'agenda. Le chiesi se potevo sfogliarla e disse di sì. Era un'agenda in cui Paolo annotava tutti i suoi spostamenti ed era ferma al 17 luglio 1992". Lo ha detto Annamaria Palma, la pm che coordinò le indagini su via D'Amelio, nel corso della sua deposizione al processo sul depistaggio. Ha poi aggiunto di avere depositato l'agenda rinvenuta a casa di Borsellino in Procura a Caltanissetta.
Nell'agenda, ha riferito Palma, "c'era la conferma che nel giorno dell'interrogatorio di Gaspare Mutolo Borsellino andò al ministero dell'Interno. In quell'agenda c'era scritto: Viminale". "Io, Petralia e Di Matteo - ha aggiunto - sentimmo anche il ministro Mancino che negò in modo assoluto di avere incontrato Borsellino, e non siamo riusciti a trovare riscontri sulla presenza di Contrada".
Palma, che è indagata per calunnia aggravata in concorso con un altro magistrato, Carmelo Petralia, dalla Procura di Messina, durante la deposizione è scoppiata a piangere: "Io a questo Stato ho regalato il 50 per cento della mia salute oltre all'affetto che mi ha fatto perdere di mio figlio per avere poi che cosa? Per essere indagata ingiustamente. Mi scuso, ma questa cosa non la tollero, soprattutto perché mi trovo nelle condizioni di dovere essere attaccata dai familiari del giudice Borsellino che io ho adorato, non la tollero perché profondamente ingiusta".
In aula a un certo punto è scoppiata la bagarre che ha costretto il presidente Francesco D'Arrigo a sospendere l'udienza per cinque minuti. A fare scoppiare la lite una frase di Annamaria Palma che se l'è presa con i difensori di parte civile degli imputati che furono condannati ingiustamente al processo Borsellino. "Io venivo attaccata in aula dai difensori degli imputati che oggi sono parte civile", ha detto Palma. A insorgere l'avvocato Giuseppe Scozzola, che difende Gaetano Scotto e Vincenzo Orofino che furono condannati ingiustamente per il processo Borsellino. "Se noi siamo parte civile è perché siamo stati calunniati", ha detto. E Palma: "Lei sedeva a difendere gli imputati". E Scozzola alzando ancora di più la voce: "Imputati che sono stati assolti e revisionati". Ed ha aggiunto: "La smetta. Non permetto che un indagato di reato connesso faccia queste affermazioni". A questo punto il presidente D'Arrigo ha sospeso l'udienza per cinque minuti. Fiammetta Borsellino, presente in aula, è rimasta impassibile ad ascoltare il botta e risposta.