Oltre alle contestazioni sul fronte fallimentare, viene contestato anche il reato di omessa dichiarazione dei redditi. Gdf negli uffici di ArcelorMittal a Taranto e Milano
Si allunga la lista dei reati contestati dalla procura di Milano che indaga sull'ex Ilva: oltre alle contestazioni sul fronte fallimentare, viene contestato anche il reato di omessa dichiarazione dei redditi. In particolare, questo capo di accusa riguarderebbe una specifica società legata ad ArcelorMittal dove sono in corso da stamane, nella sede milanese di viale Brenta, perquisizioni e acquisizioni da parte degli uomini della Guardia di finanza. In procura, invece, l'attività va avanti con le testimonianze di altri dirigenti dell'amministrazione straordinaria.
La distrazione di beni del fallito è regolato dall’articolo 232 comma 2 della legge fallimentare. Tra le ipotesi di reato anche, come già scritto ieri, le false comunicazioni al mercato. Al momento non risultano indagati.
In particolare, l'articolo 232 della legge fallimentare, comma 2, punisce - da uno a cinque anni - "chiunque essendo consapevole dello stato di dissesto dell'imprenditore distrae o ricetta merci o altri beni dello stesso o li acquista a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se il fallimento si verifica".
Per quanto riguarda l'altro reato su cui si indaga nella vicenda ArcelorMittal, noto anche come aggiotaggio informativo, sarebbero stato messo in atto con la diffusione di comunicati non veritieri. L'inchiesta attualmente è ancora a modello 44, cioè con delle ipotesi di reato ma senza indagati. Oggi i pm titolari dell'inchiesta procedono con l'ascolto di altri testimoni che possono chiarire i contorni di una vicenda societaria complicata, non è escluso inoltre che la Guardia di finanzia possa essere impegnata nell'acquisizione di documenti.