Mauro Palma all'AdnKronos: "Nessun automatismo. C'è un'indicazione all'Italia a modificare un sistema che si ritiene non in linea con la giurisprudenza della Corte"
"La decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo non induce alcun automatismo, ora si tratterà solo di ragionare. La legge italiana non cambia, la sentenza è un'indicazione all'Italia a modificare un sistema che si ritiene non in linea con la giurisprudenza della Corte. Teniamo presente che l'ergastolo ostativo preclude non tanto i benefici ma anche la liberazione condizionale che il giudice può dare dopo 26 anni, considerando il percorso della persona". Così Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, commenta all'AdnKronos la decisione della Corte di Strasburgo sull'ergastolo ostativo.
"Una sentenza - spiega - che dice che c'è un problema che come è stato risolto finora non va bene, ma ripeto non determina alcun automatismo". Tra l'altro Palma, rivolto a chi ha tirato in ballo il 41 bis, sottolinea "che l'ostatività è contenuta nell'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario, quindi il 41 bis non c'entra nulla".
Una decisione "di principio" legata al caso di Marcello Viola, condannato a quattro ergastoli per omicidi plurimi. "Non ci saranno effetti per lui in base alla decisione, né implicazioni specifiche - evidenzia il Garante dei detenuti -. La sentenza di Strasburgo ribadisce un concetto per cui ogni persona ha diritto ad essere riconsiderata dopo un certo numero di anni. Significa che per un detenuto una speranza può esserci. E che, senza una speranza, la pena a vita viola l'articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani".