A quanto apprende l'AdnKronos, ipotesi dimissioni per martedì
di Cristiana Deledda
A poco più di 100 giorni dall'insediamento (era il 19 giugno) il nuovo cda di Ama sembra intenzionato a gettare la spugna. A quanto apprende l'AdnKronos, la presidente Luisa Melara, l'ad Paolo Longoni e il consigliere Massimo Ranieri dovrebbero presentare le dimissioni dal vertice della municipalizzata dei rifiuti martedì. Solo una convocazione della sindaca di Roma Virginia Raggi potrebbe scongiurare il loro addio ma al momento dal Campidoglio, azionista di Ama, non sembra arrivare segnale di apertura e si ribadisce che la ''linea è quella già espressa dal comunicato di sabato". Martedì era in programma, in seconda convocazione, l'assemblea dei soci ma è stata rinviata a data da destinarsi su richiesta di Roma capitale.
Al centro del contendere ancora una volta il nodo del bilancio 2017 di Ama, con i 18,3 milioni su vecchi servizi cimiteriali inseriti in un 'fondo rischi' e già al centro della 'cacciata' dell'ex presidente Lorenzo Bagnacani e delle dimissioni dell'assessore Pinuccia Montanari, che il Campidoglio non avrebbe intenzione di approvare.
D'altronde sabato il Campidoglio è stato più che netto. "Roma Capitale - si legge in un comunicato - non approverà mai un bilancio che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune". Quanto ai 18 milioni "sono soldi dei cittadini romani che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione. Soldi che dovevano essere restituiti ai cittadini e quindi ritornare nelle casse del Comune per poter essere gestiti nell'interesse pubblico, così come Ama aveva riconosciuto nel 2017 riversandoli all'Amministrazione. Non risulta dunque alcun credito che possa essere vantato da Ama su tale somma''.